L'estate sta finendo

“L’estate sta finendo e un anno se ne va, sto diventando grande, lo sai che non mi va”

Era il 1985 ed io, come tanti, cantavo il tormentone dell’estate alimentando l’indice di ascolto dei Righeira a scapito del mio quoziente intellettivo.

Ogni ottobre, però, anche senza questo ritornello, si chiude l’estate e si riapre, inevitabilmente, la stagione dell’impegno, qualunque esso sia, per grandi e piccini, desiderosi o meno di crescere.

Casa Marino non fa eccezione e così, dopo esserci talmente riposati dal desiderare ardentemente di ricominciare tutte le attività (sì, proprio tutte, anche il dentista….purchè ci separino per qualche ora gli uni dagli altri!) giunti, come ogni anno, al momento più doloroso, ovvero lo stop del sonno selvaggio, ci rassegniamo all’inizio di un nuovo anno scolastico/lavorativo, alla dura ripresa di attività varie e sappiamo bene che, malgrado quest’anno vorremmo che cominciasse nel migliore dei modi, poi comincerà sempre nello stesso modo, ovvero….. un incubo!

Tutti e quattro siamo, per motivi diversi, ma con un denominatore comune (la rassegnazione), in trepidante aspettativa. Giulia forse un pò di meno (molto molto meno direi…), perchè all’estate ed alle vacanze ci si abitua subito, il guaio poi è doversi disabituare. Chiara sembra più convinta, perchè ancora non ha litigato con la scuola ma, comunque, sta provando ad accettare il fatto che le scarpe a Roma, fosse solo per questioni igieniche, vanno indossate. Luca non si capisce, ma sono sicura che lui, alla fine, sia quello più contento perchè riuscirà finalmente a scappare a lavoro salvandosi da questa gabbia di matti.

Eppure, nell’ansia dela ripresa, quello di cui sono certa, perchè ormai da mesi lo stiamo sperimentando, è che, malgrado le nostre resistenze, sarà un altro anno, seppur forse difficile come il precedente, non certo meno ricco di gioia e doni.

L’ultimo anno, infatti, bilancio alla mano, è stato a dir poco pieno di grazia.

Altro che estate, altro che vacanze, forse un paio di volte (ma solo un paio) siamo stati sul punto di mollare, ridurre drasticamente i componenti della nostra famiglia a scapito del PIL, ma quest’anno quanto abbiamo ricevuto!

Se sommo solo gli abbracci, le parole di incoraggiamento, i sorrisi, le condivisioni, che saranno mai poche urla prima e qualche lacrimuccia dopo!

Ma tutto questo, anno per anno, estate dopo estate, è semplicemente il risultato di essere parte di una famiglia ben più grande, accogliente, paziente e resitente della nostra.

Una famiglia il cui Padre comune ha provato, e non ho dubbi che proverà ancora all’occorrenza, in tutti i modi, a farci sentire amati, a farci gustare l’essere famiglia.

 

Sarà un altro anno in cui collezionare motivi per essere grati, e non solo per quello che di bello abbiamo, ma anche per quello che ci manca ed alla cui assenza stiamo imparando a dare un senso.

Con la sabbia ancora dentro qualche costume e le bacchette da montagna momentaneamente appoggiate nell’ingresso (che poi il momentaneo a casa nostra significa che, se io non trovo posto alternativo, rimangono lì fino alla prossima vacanza…) la conclusione è che questo è uno di quei momenti della nostra vita, personale, familiare e spirituale, in cui c’è un inizio ma può non esserci una fine. Fine, ovviamente, nel senso limitativo, e talvolta anche un pò preoccupante, di come la intendiamo noi umani.

Giulia sarà sempre un’adolescente, quindi rassegniamoci ai suoi inevitabili sbalzi d’umore, ma le va riconosciuto il merito di aver cominciato a prenderne coscienza ed a lavorarci sopra: quest’estate per ben due, forse anche tre volte, sono sicura di averla vista sorridere!!

Chiara, ormai ci siamo, inizia anche lei, per non farci perdere l’allenamento (e la pazienza), quella stessa altalena fra allegria e tristezza che andrebbe brevettata per ricordarsene ogni volta (chissà se mia madre lo ricorda ancora…).

Tutto intorno prosegue come da manuale, anzi qualcosa sembra anche peggiorato, almeno così provano a farci credere per scoraggiarci (ed arrenderci) , ma non ci caschiamo, almeno non con tutte le scarpe (le mie sono troppe…), perchè da mesi siamo consapevoli di un cambiamento in atto nella nostra famiglia, una speranza finalizzata, una gioia che non è solo emotiva (anche perchè alcuni giorni c’è decisamente poco da gioire…).

La prospettiva di un inizio aiuta, ridimensiona, trasforma le litigate ed il perenne disordine in qualcosa che può migliorare, dà un senso nuovo alle cose che non comprendiamo, alle delusioni, all’ansia, alla paura.

Nella Prospettiva Verticale tutto assume un contorno diverso, anzi, tutto, alla, fine rimane solo questo: un contorno.

Dentro queste mura domestiche, con i tre inquilini più difficili ma anche più incredibili che potessi desiderare, la nostra vita, la nostra casa, la nostra famiglia non può che avere fiducia in un nuovo buon inizio.

Con questo spirito ci accingiamo a viverla tutta, intensamente e profondamente, questa nuova stagione, lasciando che ci penetri nell’anima, ci cambi dove necessario, ci illumini dove non vediamo, ci sorregga dove cadiamo, ci consoli dove soffriamo, ci unisca dove ci allontiamo.

Ci accingiamo a viverla nella nostra famiglia più grande, che è la Chiesa, che è la Parrocchia, che è il mondo, che è la società.

 

Ed infine ci accingiamo a viverla con Lui, il nostro fratello number 1, quello che è venuto proprio perchè noi li aprissimo questi occhi, proprio perchè non ci fermassimo alla prima stazione della via Crucis di ogni vita, ma avessimo la forza, il coraggio e la tenacia di proseguire, ma soprattutto la pazienza e la fiducia di aspettare fino al terzo giorno.

 

Elisabetta Mariotti