Verso Firenze, seconda tappa...ANNUNCIARE

A cura di Marialuisa Pugliese

 

DITELO A TUTTI!

           

 

Nell’itinerario “verso Firenze”, per entrare nella dinamica del verbo annunciare, la prima cosa che a noi della Pro Sanctitate torna alla mente è l’invito carissimo che San Giovanni Paolo II ci fece all’inizio del suo pontificato: Ditelo a tutti! Una conferma autorevole del nostro carisma, una consegna di fedeltà alla missione di evangelizzare la santità.

Non meno immediata rimbalza al nostro cuore l’icona evangelica di Maria, l’Annunciata: piena di grazia, in fretta va dalla cugina Elisabetta, e insieme sussultano di gioia per la presenza del Salvatore. Noi, tutti, oggi, come Maria. Strumenti diffusivi di luce. Chiamati ad andare, ad annunciare, a portare il Cristo che continuamente viene in mezzo agli uomini, per ridonare all’uomo e al mondo un nuovo umanesimo.


VOI SIETE LA LUCE DEL MONDO

           

Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa.

Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.                           (Mt 5,14-16)

 

ANNUNCIARE:

diffondere più che parlare,

testimoniare prima ancora che dire,

accompagnare in atteggiamento di ascolto,

stare accanto senza giudicare,

illuminare … portando alta la lampada che non è tua!

 

ANNUNCIARE:

con la gioia di chi ha ricevuto ed è contento di dare,

con la sapienza del cuore che viene dalla fede,

con l’umiltà di chi non pretende di imporre niente a nessuno,

con la pazienza che è prima di tutto rispetto,

con la lungimiranza di chi sempre impara ad attendere,

con la benevolenza  che sa accogliere ogni uomo come fratello.

 

ANNUNCIARE:

come cristiano e come apostolo,

nell’esercizio del munus battesimale della profezia

che lo abilita a parlare in nome di Dio,

che gradualmente lo allena ad essere comunicatore di Dio,

che attraverso la preghiera lo accompagna alla comunione con Dio,

nella quale ogni sua parola si trasforma in intercessione

per gli uomini e le donne del mondo intero.

 

ANNUNCIARE:

nello stile dei santi, che è l’amore!

 

DA PERSONA A PERSONA

 

Ora che la Chiesa desidera vivere un profondo rinnovamento missionario, c’è una forma di predicazione che compete a tutti noi come impegno quotidiano. Si tratta di portare il Vangelo alle persone con cui ciascuno ha a che fare, tanto ai più vicini quanto agli sconosciuti. È la predicazione informale che si può realizzare durante una conversazione ed è anche quella che attua un missionario …

Essere discepolo significa avere la disposizione permanente di portare agli altri l’amore di Gesù e questo avviene spontaneamente in qualsiasi luogo, nella via, nella piazza, al lavoro. È l’annuncio che si condivide con un atteggiamento umile e testimoniale di chi sa sempre imparare, con la consapevolezza che il messaggio è tanto ricco e tanto profondo che ci supera sempre. A volte si esprime in maniera più diretta, altre volte attraverso una testimonianza personale, un racconto, un gesto, o la forma che lo stesso Spirito Santo può suscitare in una circostanza concreta.

                                                                       Evangelii Gaudium, 127.128

 

LA TONALITA’ MARIANA DELL’ANNUNCIO

 

            Non è un compito facile essere cristiani e portare l’annuncio del Vangelo in un mondo tanto lacerato in cui ci troviamo a vivere in questo momento storico, con interessi così lontani non solo dalla fede ma anche da un umanesimo equilibrato, caratterizzato da un pensiero “liquido” – come si dice oggi – e soprattutto sottoposto a spinte di violenza inaudita a tutti i livelli.

             La tentazione più immediata sarebbe quella di rinchiudersi nel proprio piccolo mondo, in un orizzonte dai soli risvolti egocentrici, come purtroppo spesso accade, con la mente rivolta unicamente all’utile concreto immediato. Ma, nella novità post-conciliare che oggi stiamo rivivendo con maggiore consapevolezza, ci si ripropone la dimensione di una Chiesa-famiglia che, compresa e accolta, ancora una volta ci viene incontro a partire dalla sua istanza missionaria.

             Annunciare, dunque, superando le paure antiche e moderne. Convincendoci dell’assoluta necessità della “buona notizia”. Riandando alle fonti. E noi sappiamo quale fonte sia stata Maria, la Madre di Dio, nell’economia della salvezza! E allora riscopriamo nell’annuncio cristiano quella tonalità tutta mariana che ci consente di ritrovare fiducia e forza.

            Se quella giovanissima donna, nel cuore di una missione così alta come l’angelo le annunciava, ha potuto consegnare alla storia nella sua piena disponibilità un modello di personalità integrata e armonica, anche noi – nonostante il limite creaturale che portiamo nella nostra umanità – con la grazia che ci viene attraverso lei possiamo rispondere con generosità alla nostra chiamata. Come lei possiamo ascoltare il messaggio del Signore e metterci a servizio e andare premurosi verso gli altri e insieme gustare la gioia di un nuovo umanesimo.

 

LA VERGINE DELL’ECCOMI

Piccola vergine di Nazareth                                         

Cosa sai tu della vita,                                                     

della promessa antica                                                   

ripetuta ai vecchi patriarchi                                        

che vibra ancora                                                             

soffusa di speranza e di dolore                                              

negli uomini che vivono il tuo tempo?                        

L’Angelo ti sorride                                                          

e tu lo guardi smarrita e titubante                            

per le cose assai grandi                                                 

che troppo sopravanzano il tuo cuore.                    

“L’ombra dello Spirito                                                   

ti coprirà, immacolata,                                                 

e sarai tempio e talamo                                                

del figlio di Dio onnipotente,                                       

diventerai regina                                                            

prescelta dal tuo Creatore                                           

e madre del re d’Israele”.                                             

Le comprendi tu queste cose?                                     

Tu guardi e il tuo cuore è confuso                             

ma all’Angelo sorridente                                                          

non puoi che rispondere: “Eccomi.

          Si faccia la sua volontà”.                        

E l’Angelo si partì da lei.

Ma nel suo cuore

una luce si accese,

una fiamma vibrava

con l’intimo bisogno

di gridare ai fratelli: amore.

Ti ascoltò Elisabetta

e poi Giuseppe

e quanti, attratti da divino,

vennero a respirarlo

alla tua fonte.

Maria,

donaci gli occhi tuoi,

il cuore per amare

e volontà di agire

per i nostri fratelli.

Vogliamo come te

essere santi

ed irradiare intorno

l’amore del divino.

Amen.

 

            Guglielmo Giaquinta