Quaresima 2022

 

Con il messaggio per la Quaresima 2022 papa Francesco invita la Chiesa ad un rinnovamento orientato verso il bene, che resiste alla fatica del tempo e all’indifferenza del mondo. Anche noi, come i Galati a cui si rivolgeva Paolo nella sua esortazione, sentiamo il peso della stanchezza e dello scoraggiamento: “la Quaresima - scrive il Santo Padre - ci invita alla conversione, così che la vita abbia la sua verità e bellezza non tanto nell’avere quanto nel donare, non tanto nell’accumulare quanto nel seminare il bene e nel condividere”.

Ci auguriamo che questo itinerario possa diventare un appuntamento personale, familiare, comunitario attraverso cui specchiarsi con la Parola, il Magistero e alcuni amici che ci aiutano ad andare in profondità nella vita dello Spirito!

Incontri brevi, ma intensi, che alimentano la vita spirituale, per camminare insieme verso la Pasqua.

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L’amore è rivoluzione versione e-book

Su Google Play Store, all’interno della sezione Libri, è disponibile la versione digitale del testo del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta, Fondatore del Movimento Pro Sanctitate, L’amore è rivoluzione, testo fondante della spiritualità Pro Sanctitate.

 

Auspicando una massiccia diffusione della versione digitale, da molti e a più riprese richiesta, ne gustiamo alcuni tratti attraverso le parole di Mons. Salvatore Di Cristina, Arcivescovo emerito di Monreale, nella presentazione dell’e-book:  

 

“L’Amore è la forza che ci fa ardimentosi e capaci di rivoluzione: anzi l’amore stesso è rivoluzione. Dentro di noi anzitutto, inducendoci a soppesare in noi stessi le sue esigenze realistiche (il realismo dell’amore), tra cui principalmente il bisogno di dare il massimo di noi stessi, perché a Colui che ha dato il massimo di sé non possiamo negare il massimo di noi, amando Lui e, con Lui, tutti i suoi figli, tutti nostri fratelli.

 

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COSI’ SI RACCONTAVA PADRE GUGLIELMO GIAQUINTA

Più che “narrare” padre Guglielmo, ci sembra assai più efficace lasciare la parola a lui che, già avanti negli anni, tornava volentieri ai primi passi della sua vocazione e del suo sacerdozio; consegnava così ai posteri gustosi aneddoti del suo vissuto, insieme a originali e profondi spunti di riflessione. Sono trafiletti di suo pugno, pubblicati nei primi anni Novanta dal periodico “Il massimalismo”, nella rubrica intitolata “Il sacerdote lo conosci tu?”, che ora di buon grado riproponiamo in questa sede, per allargarne la condivisione, per dilatarne la risonanza. Per riandare con gioia alle radici del carisma “pro sanctitate”.  

La rubrica "Così si raccontava padre Guglielmo Giaquinta", è stata curata da Marialuisa Pugliese, Postulatrice della Causa di beatificazione del Servo di Dio.

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Il Codice della Fraternità di Guglielmo Giaquinta

Ogni uomo che ti passa vicino è tuo fratello.

 

Le persone alle quali stai abitualmente accanto lo sono ancora di più.

 

Avvicinale come se le avessi conosciute da sempre.

 

Vai tu per primo incontro ad esse togliendole dall’imbarazzo.

 

Comprendi quanti sono irritati o adirati, ma non lasciarti influenzare dal loro stato di nervosismo.

 

Gli uomini, troppo spesso, non sono cattivi, ma frustrati nell’affetto: consenti loro, aiutandoli discretamente, di potersi aprire.

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Con un amore di rivoluzione, per una rivoluzione dell'amore.

Chiedeva Gesù ai Farisei, osservanti della legge:

chi di voi se, di sabato, gli cade l’asino nel pozzo, non fa ogni sforzo per salvarlo (Lc. 14, 5)?

 

Se volessimo tradurre in termini moderni il pensiero del Maestro potremmo farlo ponendoci un altro interrogativo: se una casa va a fuoco e noi siamo coscienti di poter fare qualche cosa, ci è lecito goderci lo spettacolo dei pompieri che affrontano la morte?

Non è solo una casa che brucia, ma il mondo che va in fiamme. E purtroppo non si tratta di un rogo di amore ma di odio e di distruzione.

 

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L'amore per il prossimo

"Il termometro dell’amore di Dio è l’amore del prossimo: amiamo dunque quanti attorno a noi portano nel loro essere l’immagine del Signore. L’amore del prossimo è fatto di comprensione, di dolcezza, di pazienza, di generosità: è amore che non giudica, non maligna, non mormora, non calunnia; che sa compatire e scusare il debole che cade, pur condannando il peccato e guardandosi da chi vuole nuocere; sa aspettare e sperare con sano ottimismo e non spezza la canna incrinata né spegne il lucignolo fumigante. È amore che non osserva solo le grandi linee, cura il dettaglio con delicatezza materna e che tutto dà - Gesù ha dato la vita - e a tutti si estende - Egli ha perdonato sulla croce.  È amore che è compassione affettiva ed effettiva per chi soffre e dolora, che è gioia per chi della gioia sente il bisogno. È amore, soprattutto, che è irradiazione dell’amore divino.  Fare del bene a tutti, lasciare in tutti una traccia Dio, specie in chi ne ha più bisogno: questa è la forma perfetta dell’amore ed è contemporaneamente l’espressione più bella dell’apostolato. È evidente che il modo più concreto per amare Dio, quindi per attuare il piano della santità, è l’amore per il prossimo".

 

Servo di Dio Guglielmo Giaquinta

Testimoni e profeti

"La vita del profeta, dunque, non è una vita facile, ma una vita essenzialmente, costituzionalmente difficile: per essere profeti bisogna avere il coraggio di pagare.

Ciascuno di noi, in quanto cristiano, ha una vocazione al profetismo; infatti siamo stati battezzati in Cristo e tutti siamo diventati suoi profeti.

Dobbiamo essere profeti di Cristo con la professione di fede, con una vita che testimoni ciò che crediamo, e infine con l’annuncio del messaggio cristiano".

Servo di Dio G. Giaquinta

1+1 La santità è gioia

Se realmente crediamo in Cristo, se abbiamo trovato la nostra felicità in Lui dobbiamo emanare, ispirare gioia. Quante volte siamo tristi, abbattuti, pessimisti, non diamo serenità attorno a noi, non diamo gioia! Occorre avere la capacità di superare le piccole mille cose che a volte possono esserci nella vita di ciascuno per avere spazi più ampi, per dare quella gioia profonda che ci viene dal possesso di Cristo. Se tutti fossimo stati più seminatori di speranza e di gioia quante più persone ci sarebbero accostate a noi: avrebbero trovato ciò che esse cercano e cioè la felicità e la gioia.   (Servo di Dio G. Giaquinta)

1+1, Beati i miti

Beati i miti perché essi possederanno la terra. Non è la violenza, non è la forza, non è il dominio, non è la superbia, è la dolcezza, è la mitezza quella che conquista, perché Gesù è venuto in mezzo a noi non come il re trionfatore che schiaccia il nemico, ma è venuto come l’uomo umile. Dice il testo sacro seduto su di un giumento (Mt 21, 5) come una qualsiasi persona; e quando Gesù qualche cosa ha voluto insegnarci, che cosa ci ha detto? Imparate da me perché Io sono mite (Mt 11, 29). (Servo di Dio Guglielmo Giaquinta

1+1, Cristo è l'evangelizzatore

Cristo è l'evangelizzatore, colui che ci ha portato e comunicato la buona novella. Noi dobbiamo diventare i continuatori dell'opera di Cristo, essere come Lui evangelizzatori, diventando noi stessi, con la nostra vita, la esemplificazione attuata di ciò che il Vangelo insegna

 

Servo di Dio Guglielmo Giaquinta

1+1, il battesimo polveriera di santità

Israele, sorgenti del fiume Giordano
Israele, sorgenti del fiume Giordano

 

In me battezzato

non c'è semplicemente una scintilla del divino,

ma l’abbondanza della grazia divina

che mi costituisce figlio di Dio

per cui posso rivolgermi al Padre

e chiamarlo Abbà, e dirgli:

io sono tuo figlio, tuo erede;

e così a Cristo: tu sei mio fratello.

 

Guglielmo Giaquinta

 

da La Spiritualità del Movimento Pro Sanctitate

Codice della Fraternità di Guglielmo Giaquinta

Ogni uomo che ti passa vicino è tuo fratello.

 

Le persone alle quali stai abitualmente accanto lo sono ancora di più.

 

Avvicinale come se le avessi conosciute da sempre.

 

Vai tu per primo incontro ad esse togliendole dall’imbarazzo.

 

Comprendi quanti sono irritati o adirati, ma non lasciarti influenzare dal loro stato di nervosismo.

 

Gli uomini, troppo spesso, non sono cattivi, ma frustrati nell’affetto: consenti loro, aiutandoli discretamente, di potersi aprire.

 

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La spiritualità del Movimento Pro Sanctitate

Nell’Antico, e poi nel Nuovo Testamento, leggiamo:

«Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo spirito, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze» (Deut  6,5); è questa la preghiera dello Shemà che gli Ebrei recitavano due volte al giorno.

     Il  tutto  è il personale tutto: sarà il tutto di una creatura che comincia a declinare negli anni ed è accompagnato da possibili acciacchi, o è il tutto di un bambino, o il tutto di una persona adulta che è nel pieno delle sue forze, o di un malato. Non è importante quanto esso sia, l’importante è che sia tutto.

     Dio‑Amore, che è Padre e ci ama infinitamente come figli, non elemosina da noi qualche cosa. Egli si rivolge a noi ed anche se in forma di richiesta sem­plice e povera ci dice: Figlio, dammi il tuo cuore.

 

Guglielmo Giaquinta

Nella solitudine, accoglienza

Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.

Matteo 25, 40

 

 

Cristo, i fratelli li ha amati ‘non per giuoco’, ed è morto in croce per essi; la fraternità cristiana non può trovarti soddisfatto e indifferente.

Questo perché è in Cristo che gli uomini sono tuoi fratelli e quanto più essi ti passano o ti vengono accanto, tanto più Cristo si avvicina a te.

 

Guglielmo Giaquinta, Fraternità

 

 

Le parole del Fondatore, ascoltate oggi, ci richiamano ad una verifica esigente della nostra adesione al Vangelo e all'insegnamento del Maestro.

Il Cristo del Sorriso

Il Cristo del Sorriso
Il Cristo del Sorriso

C’era buio d’intorno

e il corpo del Signore,

diafano, quasi di morte,

ansimava dolorante.

 

Flebile si levò da lui un sospiro:

«Signore, Padre mio,

perché mi hai abbandonato?».

 

Un raggio invisibile

trapassò quelle tenebre

fino al cuore di Cristo:

la risposta dell’amore del Padre.

 

Sul volto del Signore

un sorriso brillò

mentre attorno a lui prendeva vita

il mondo dei bambini accarezzati

che innocenti guardavano,

con accanto le mamme trasognate,

il Cristo sorridente;

i malati che assieme alla salute

ricevevano il dono del sorriso;

la peccatrice adultera salvata

dal sorriso di Cristo;

la mamma sua sorridente

 ed il sorriso suo alla Madonna.

Maria stava accanto...

 

Si voltò lentamente e le sorrise:

«Mamma, disse, ecco tuo figlio»,

e sorridente a Giovanni mormorò:

«Ecco tua madre».

 

 

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Tutti Fratelli

Giotto, La lavanda dei piedi
Giotto, La lavanda dei piedi

Comincia oggi il triduo pasquale.

Le parole di Guglielmo Giaquinta ci invitano ad entrare nel Cenacolo; ci richiamano, ancora una volta, ad ascoltare ed accogliere la grande lezione dell'amore. «Amatevi!».

 

E’ quasi impossibile penetrare nella piena profondità del mistero del Cenacolo perché se noi molto sappiamo dei sentimenti di Gesù, quasi nulla conosciamo di ciò che gli Apostoli in quell’ora riuscirono a comprendere sino in fondo.

Ma se c’è un insegnamento del Cenacolo che gli Apostoli certamente compresero fu quello dell’amore fraterno giacché il Signore non cessò di ripeterlo, in forma più o meno esplicita, lungo tutta quella notte di addio.

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Signore Gesù, permetti che io ti rivolga una domanda strana...

Gerrit Van Honthorst, Gesù nella bottega di San Giuseppe - 1620
Gerrit Van Honthorst, Gesù nella bottega di San Giuseppe - 1620

Le parole semplici e spontanee che Guglielmo Giaquinta rivolse a Gesù, durante la festa di San Giuseppe, ne rivelano i tratti squisitamente umani uniti ad un profondo e intimo rapporto con Dio.

 

Signore Gesù permetti che io ti rivolga una domanda strana ma che per me è molto interessante: qual era il tuo rapporto di amore verso San Giuseppe?

Lo sentivi estraneo, appartenente alla tua vita solo per un rapporto giuridico, di gratitudine o era un sentimento profondo, vissuto? Era uguale o almeno non inferiore al mio amore verso mio padre? Oggi che la festa dei papà, mi pare che sia logico chiederti questo, Gesù, non semplicemente in rapporto al tuo Padre celeste, di cui ci hai abbondantemente parlato, ma anche nei confronti del tuo padre putativo, legale, umano.

 

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Nella indifferenza, dialogo

Tuo fratello

 

Il bisogno che ha oggi tuo fratello,

potrebbe essere domani il tuo;

l’aiuto che vorresti avere tu domani

dàllo oggi a tuo fratello;

E' nel dialogo, nel cercare di capire gli altri

e nella molta pazienza che si costituisce la fraternità;

Le sole parole non costruiscono la fraternità,

ma il molto parlarne crea un ambiente favorevole ad essa;

Un solo corallo non può formare un’isola,

ma molti banchi di corallo formano un atollo;

un gesto di fraternità può sembrare inutile,

ma può anche essere l’inizio di, una enorme catena di fraternità

capace di trasformarsi in una struttura sociale.

 

Guglielmo Giaquinta, La rivolta dei Samaritani

 

Madre mia, Fiducia mia!

La domenica che precede il Mercoledì delle ceneri, il Movimento Pro Sanctitate si stringe intorno al Cuore Immacolato di Maria della Fiducia.

La devozione filiale nata nel cuore del Fondatore, oggi diventa seme di speranza per un mondo rinnovato dall'amore.

 

Ma qual è la vita che non ha le sue difficoltà, le sue spine, qual è la creatura umana che non ha momenti di dubbio, di sofferenza, di incertezza, di pericolo, magari di fallimento?

Chi si trova allora accanto?  Ancora la madre, la Madonna. 

Sul Calvario noi troviamo Gesù che soffre, ma accanto c'è sua madre ed è a lei che Gesù sì rivolge, è a lei che indirizza l'ultima parola.  Così per noi, Maria è il motivo ultimo della fiducia; qualsiasi momento viviamo, in qualsiasi difficoltà ci troviamo, qualsiasi ostacolo dobbiamo affrontare, quando ci sentiamo soli senza aiuto, senza speranza, è proprio allora che ci rivolgiamo a lei e diciamo: Mater mea, fiducia mea.

 

Guglielmo Giaquinta, 1991 - Festa della Madonna della Fiducia

Nella disperazione, fiducia

La disperazione è la negazione radicale, l’uccisione, la morte della speranza. In che modo si vince la disperazione se non attraverso la speranza, se non attraverso l’abbandono nelle mani di Dio, se non attraverso questo sguardo del domani, che apparentemente sembra senza luce e senza scopo, alla luce del divino?

Umanamente parlando non c’è nulla, soprannaturalmente parlando c’è tutto, perché noi abbiamo fede in Dio, l’amore per Lui, la fiducia in Lui.

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Nella malattia, consolazione

In poche parole di commento ad un versetto del Vangelo di Giovanni, Guglielmo Giaquinta fa emergere la radice della speranza cristiana: l'essere figli, mai abbandonati.

 

    « Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi ». Gv 15,18

 

E’ una delle realtà e dei misteri più consolanti e affascinanti. Non siamo soli, orfani, giacché il Signore è con noi, nel nostro cammino, nella nostra vita, nella nostra storia.

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Il vero significato dell'Epifania

Alcuni brevi stralci dell'Omelia di Guglielmo Giaquinta pronunciata il 6 Gennaio 1977 ci aiutano a riscoprire il significato di questa giornata...

 

L'Epifania è il momento dello scambio di doni: Dio dona all'umanità e l'umanità ricambia il dono di Dio. Che cosa Dio dona all'umanità? Ce lo indicano i magi. Dio dona all'umanità la fede: noi che eravamo nelle tenebre abbiamo visto una grande luce, la luce del Salvatore.

 

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Cristo l'atteso

In poche, semplici parole Guglielmo Giaquinta esprime la bellezza e la grandezza del mistero di Dio fatto bambino.

Sono versi da leggere, ripetere e meditare per gustare tutta la dolcezza del Natale.

 

Fiocco di neve caduto dal cielo

astro fulgente che nasce e non muore

giglio fiorito nel nostro deserto

Cristo, sei tu.

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Nella povertà, condivisione

Il Natale alle porte ci ricorda che Gesù ha scelto di nascere povero e di condividere con l’uomo la fatica dell’indigenza, del pericolo, del rifiuto.

Le parole di Guglielmo Giaquinta ci spingono a riconoscere la povertà, materiale e spirituale, che incontriamo e che viviamo e a cercare una risposta fraterna.

Nella logica della condivisione tutti traggono beneficio: il povero che riceve, il ricco che impara l’arte di donare.

La reciprocità autenticamente vissuta è la manifestazione della provvidenza di Dio sulla terra.

  

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Dire Immacolata significa...

S. Girolamo ha detto: Virginitate placuit, humilitate concepit - piacque a Dio per la sua verginità, ma divenne Madre per la sua umiltà.

 

L’umiltà della Madonna … Forse Maria era ignara dei misteri grandiosi che Dio operava in lei, che lo Spirito attuava in lei, ma anche in un secondo momento, quando diviene cosciente di tali doni, vive nella più assoluta umiltà. [...]

 

Dire Immacolata significa dire creatura immersa completamente nella coscienza della totalità di Dio e della propria nullità; è ricchezza interiore di povertà, di sottomissione, di accettazione, di donazione alla volontà del Padre.

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Nel peccato, misericordia.

La vita dei santi non è la vita dei perfetti, degli uomini arrivati, ma dei fratelli in cammino. Il fiore della misericordia, colora e ravviva il deserto del peccato.

 

Forse non tutti sanno che San Francesco Saverio aveva una sorella clarissa, la quale aveva dei fenomeni straordinari, però era molto amareggiata per il fatto che cadeva sempre in determinati difetti e non riusciva perciò ad andare avanti, stava sempre allo stesso punto e le stesse imperfezioni non si allontanavano mai da lei.

In sostanza: accanto alle rivelazioni, alle visioni, ai sogni profetici, aveva una vita di imperfezione piuttosto pesante, perché non riusciva a superare determinati ostacoli.

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La marmotta

Dinanzi a certe lentezze degli altri saremmo portati a dire: muoviti, figlio mio, sei una marmotta; questo non lo diciamo perché è contro la carità, però lo pensiamo. Pensate che qualche volta il buon Dio, guardando le nostre lentezze, non avrà pensato: guarda questa marmotta a cui ho detto di diventare santa e ancora non lo è? Il Signore con noi ha una grande pazienza. Cerchiamo di modellarci sulla pazienza di Dio nel nostro rapporto di fraternità.

 

E’ nel dialogo e nella molta pazienza che si costituisce la fraternità. 

"La testimonianza", inedito

 

Lasciare in tutti una traccia di Dio

L'amore è compassione affettiva ed effettiva per chi soffre e dolora, è gioia per chi esulta e per chi della gioia sente bisogno.

L'amore in casa è luce e tranquillità e fuori casa è vita ed energia.

L'amore è irradiazione dell'amore divino.

Far del bene a tutti, lasciare in tutti una traccia di Dio, specie in chi ne ha più bisogno: è la forma perfetta dell'amore.

 

Guglielmo Giaquinta, "Andate in tutto il mondo",  1981

Gioia dell'incontro che invia. Comprendere il mondo.

Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto,

prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato.

Ger 1, 5

 

Non basta però rimanere nella posizione di colui che ama teoricamente, è indispensabile che questo amore sia pratico e cioè che noi realmente cerchiamo di comprendere le difficoltà in cui si dibattono tanti nostri fratelli. Immedesimarci nelle loro angustie: questa è la carità prima. 

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Gioia dell'incontro che invia. Amare il mondo.

 

Nessuno ha un amore più grande di questo:

dare la sua vita per i propri amici.

                                                                             Gv 15, 13

 

Non basta conoscere il mondo. Se un medico nella sua professione portasse una perizia meravigliosa, un'arte inarrivabile, ma non ci fosse in lui un cuore che comprende, che ama, certo molti malati lo sfuggirebbero, giacché lo troverebbero, quanto meno, incompleto. Impariamo da Gesù ad amare il mondo. 

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Gioia dell'incontro che invia. Conoscere il mondo.

 

 

Gesù giunse a una città della Samaria chiamata Sicar, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo.

Era circa mezzogiorno.

Giunge una donna samaritana ad attingere acqua.

Le dice Gesù: "Dammi da bere". 

Gv 4, 5-7

 

 

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Gioia dell'incontro che unisce

Padre santo,

custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato,

perché siano una cosa sola, come noi. 

Gv 17,11

 

Qual è il grado dell’amore? È quello, esemplare, di Cristo: come Cristo ha amato il Padre fino a compiere perfettamente la sua volontà e a morire in croce, come Cristo ha amato i fratelli fino al punto di morire per essi, anche noi dobbiamo amare così.

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Mamma

Mamma

nome adorato

d'amore e sofferenza sei formato

ché nella sofferenza sei sbocciato

e dall'amor più casto sublimato.

 

Mamma

nata al dolore 

che solo sai nasconderlo nel cuore

gustandone l'amaro tuo sapore 

e ripagarlo poi con troppo amore.

 

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Gioia dell'incontro che trasforma

 

 

Scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi dunque di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto.

Col 3, 12.14

 

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Alba di resurrezione

Stava Maria

muta nel suo dolore

rimeditando l’agonia del figlio,

senza morirne e con la morte in cuore.

 

Volto gentile le sorrise accanto

e le rivolse, amico, la parola.

“Donna, che piangi?

L’Angelo, che, primo,

ti rivelò la nascita d’amore

non t’ha narrato, Madre del dolore,

che Cristo è ormai risorto?”

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Rubino

Chinato il capo sul petto ansimante

Cristo moriva confitto alla croce.

Tenera lo guardava

assetata d’amore ma impotente

una zolla di terra.

Anch’egli la guardò e dal suo capo

stillò una goccia di sangue.

 

Poi fu silenzio:

il fremito agghiacciante della morte

un grido immenso

la terra sussultò

le pietre si spaccarono...

 

Non c’era più la zolla

ma il sasso vivo su cui essa poggiava

piangeva in superficie

rosso come goccia di sangue

divenuto un rubino.

 

Guglielmo Giaquinta

Quest'anno posso darti una mimosa

 

Quest'anno posso darti

la mimosa,

donna gentile 

del mio cammino,

donna dai mille volti

e dalle tante età.

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Gioia dell'incontro che redime

 

Il ladrone gli disse:

«Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno.

Gli rispose: 

«In verità ti dico, oggi  sarai con me nel paradiso».

Lc 23,43

 

 

Solo l’amore, un amore misterioso, insondabile, senza interesse, autentico amore di amicizia, di donazione generosa di Dio verso di noi può spiegare il mistero della croce che deve essere quindi una provocazione d’amore.

 

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Gioia dell'incontro con Dio nel Silenzio

 

Ci fu un vento impetuoso e gagliardo

da spaccare i monti e spezzare le rocce

davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento.

Dopo il vento, un terremoto,

ma il Signore non era nel terremoto.

Dopo il terremoto, un fuoco,

ma il Signore non era nel fuoco.

Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera.

Ed ecco, venne a lui una voce che gli diceva:

"Che cosa fai qui, Elia?". 

1Re 19, 11 - 13

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Gioia dell'incontro che guarisce

«Che cosa è più facile: dire Ti sono perdonati i tuoi peccati,

 oppure dire: Àlzati e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te - disse al paralitico - àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua.» 

Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio

su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio.

Lc 5, 23-25

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Luce, amore, preghiera e sacrificio. Epifania di fratenità.

Riportiamo un estratto dell'Omelia del Vescovo Guglielmo, in occasione della Epifania del 1977... 

 

Celebriamo oggi la solennità dell'Epifania, la festa della Befana come comunemente viene chiamata. I nostri bambini - e forse anche le nostre famiglie - non sempre sanno che la parola Befana viene da epifania e forse meno ancora sanno quale sia il significato di questa parola: rivelazione, manifestazione, illuminazione

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La speranza nel domani

Riportiamo un estratto del discorso di auguri rivolto dal Vescovo Giaquinta alla sua Diocesi di Tivoli, il 31 dicembre 1976.

Parole di… Speranza, misericordia, responsabilità, fraternità.

 

Siamo al termine di un anno e all'inizio di uno nuovo sì è soliti in quest'occasione farsi gli auguri.

Non possiamo non pensare alle nostre famiglie e qui l'augurio non si fa più semplicemente personale, non riguarda solo ciò che ciascuno porta nel cuore ma diventa attesa di una famiglia, diventa amore, bisogno di pace, di serenità, di gioia, di felicità, diventa soprattutto bisogno di bontà, perché ogni famiglia sia un luogo in cui si vive l'amore, la comprensione, la serenità, in cui ogni situazione difficile venga composta, in cui ogni opposizione si risolva attorno all'amore della mamma. È l'augurio più normale, forse anche il più atteso, da parte di tutti voi.

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Anche per noi sarà veramente natale

E' necessario che ci accostiamo al mistero del Natale con l'amore, con il cuore della Madonna. Gesù Bambino parlerà allora a noi, così come con il suo sguardo parlava a lei.

 

Come hanno vissuto il Natale i poveri pastori? Che cosa volete che ne sapessero loro di teologia, del pensiero teologico riguardo l'incarnazione!

Sapevano semplicemente che l'angelo aveva detto che la speranza era stata ormai realizzata, che un bimbo era nato.

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Natale

Vorrei ripagarti, Signore,

dell’amore mancato.

Nascesti in una stalla abbandonata

perché non vollero riceverti.

E fu l’inizio

d’un questuare silenzioso

di anime che ti accogliessero.

È Natale

e torni ancora, Signore,

a mendicare il nostro amore.

Vogliamo accoglierti, piccolo bimbo,

ma tu trasforma il nostro freddo cuore

da stalla povera

in caldo ambiente degno del tuo dono.

(Guglielmo Giaquinta)

 

Codice della Fraternità

Ogni uomo che ti passa vicino è tuo fratello.

 

Le persone alle quali stai abitualmente accanto lo sono ancora di più.

 

Avvicinale come se le avessi conosciute da sempre.

 

Vai tu per primo incontro ad esse togliendole dall’imbarazzo.

 

 

Comprendi quanti sono irritati o adirati, ma non lasciarti influenzare dal loro stato di nervosismo.

 

Gli uomini, troppo spesso, non sono cattivi, ma frustrati nell’affetto: consenti loro, aiutandoli discretamente, di potersi aprire.

 

Sappi sorridere molto, giacché il sorriso crea un ambiente.

 

Sii uomo del sorriso, ma non del compromesso.

 

Sforzati di acquistare un sano senso dell’umorismo: il mondo è già troppo serio ed ha bisogno di essere sdrammatizzato.

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Gioia dell'Incontro con la Divina Misericordia

Non sei più schiavo, ma figlio;

e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio. Gal 4,7

 

Cerchiamo di conoscere Gesù e attraverso Lui conosceremo il Padre. Cerchiamo inoltre di seguire la descrizione che Gesù fa del Padre, le cose meravigliose che ci dice di Lui.

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Gioia dell'Incontro che chiama

Prima di formarti nel grembo materno ti conoscevo,

prima che tu uscissi alla luce ti avevo consacrato;

ti ho stabilito profeta delle nazioni. (Ger 1, 5)



Dio è presente in noi e noi siamo presenti in lui, per cui l’atto di amore di Dio verso di noi diventa un dialogo di amore, il nostro dialogo, il mio dialogo di amore. 

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Preghiera Povera

Signore Gesù, santo di Dio

che a tutti hai indicato come ideale di vita

la perfezione del Padre,

siamo dinanzi a te

nel desiderio di attuare i tuoi insegnamenti

e seguire il tuo esempio divino.

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“La pietra”  Corso di esercizi spirituali agosto 1979

“Quando si parla di chiamata alla santità non si intende individuare o promuovere una aristocrazia dello spirito: tutti siamo chiamati a diventare pietre preziose e dobbiamo essere coscienti del dovere di insegnare agli altri ad accettare con gioia la scelta povera della pietra, nella certezza che questa diventerà, nella potenza e nell’amore di Dio e di Cristo, pietra preziosa.

Francesco di Assisi è un esempio di pietra povera che diventa preziosa. Ai suoi tempi quanti cavalieri ci saranno stati tra i suoi compagni, quanti giovani intelligenti, capaci: tutti ignorati dalla storia. Quel povero giovane che ha il coraggio di rinunciare a tutto, di diventare pietra scartata, levigata, di seguire Cristo fino in fondo, diventa pietra preziosa: è una delle figure più prestigiose della storia del cristianesimo e dell’umanità. E’ la trasformazione che il Signore opera nell’anima, trasformazione comandata dall’amore: quanto più si diventa piccoli e poveri e ci si conforma alla pietra scartata, tanto più poi si partecipa alla ricchezza di Cristo e si diventa pietre preziose, occorre cioè, lasciarsi trasformare da Cristo”.

 

Guglielmo Giaquinta “La pietra”  Corso di esercizi spirituali agosto 1979

 

 

All'interno di una casa gli uomini sono tutti fratelli

Potrebbe sembrare strano, parlando della famiglia, usare il termine fraternità. È evidente che esso non potrà sostituire il rapporto generativo esistente tra genitori e figli: i figli mai potranno essere fratelli dei genitori e viceversa. Eppure noi siamo abituati ad affermare che tutti gli uomini sono fratelli, pur sapendo che essi hanno tra loro rapporti generativi che li differenziano. Quando, infatti, si passi dal fatto biologico-generativo a quello più profondo della realtà umana nelle sue componenti essenziali, si vede che tutti gli uomini sono uguali e hanno le identiche esigenze interiori.  

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Uomo

Non lasciare la tua donna sola; essa vive per te. Il sacramento dell’amore le ha presentato in te la trasparenza di Cristo e le ha indicato, quale modello per la sua fedeltà, quella della Chiesa.

I figli sono tuoi, la continuazione di te stesso, la tua speranza, il tuo certo domani. Non deluderli oggi, se non vuoi che anche essi, poi ti deludano.

La casa, non prigione, non claustro sopportato, amala come centro dei tuoi interessi ed evasione da quanto vuole bruciare i valori più autentici della tua anima. Nella tua casa ridi, soffri, ama, giacché Dio vuole vedervi riflesso l’amore della divina Trinità.

 

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Lavoro e senso della maternità

Affermare che noi siamo veramente liberi deve oggi considerarsi come una battuta spiritosa. Gli slogans, gli annunci pubblicitari, i martellamenti radio-televisivi, la violenza delle manifestazioni, prima ci stordiscono e poi ci convincono. Andare contro tali convinzioni "indotte" significa negare l’evidenza solare.

In questa situazione si trova chiunque oggi volesse fare una qualche obiezione, sia pur minima, circa il lavoro della donna. Trattando tale problema non si può infatti ignorare l’attuale esi­genza che ormai la donna ha del lavoro. Il lavoro extra familiare è divenuto, per la donna, un diritto e una conquista. Significa, infatti, aiuto alle esigenze economiche della casa, autosufficienza, indipendenza, attuazione piena della propria personalità...

Voler spendere una parola contro tale definitiva conquista significherebbe essere tacciati di antifemminismo e schiavismo femminile.

 

 

 

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