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Nell’Antico, e poi nel Nuovo Testamento, leggiamo:
«Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo spirito, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze» (Deut 6,5); è questa la preghiera dello Shemà che gli Ebrei recitavano due volte al giorno.
Il tutto è il personale tutto: sarà il tutto di una creatura che comincia a declinare negli anni ed è accompagnato da possibili acciacchi, o è il tutto di un bambino, o il tutto di una persona adulta che è nel pieno delle sue forze, o di un malato. Non è importante quanto esso sia, l’importante è che sia tutto.
Dio‑Amore, che è Padre e ci ama infinitamente come figli, non elemosina da noi qualche cosa. Egli si rivolge a noi ed anche se in forma di richiesta semplice e povera ci dice: Figlio, dammi il tuo cuore.
Guglielmo Giaquinta