“Ho sete!”. Da questo grido di amore e di dolore di Gesù sulla croce, Guglielmo Giaquinta comprende che Dio attende ogni uomo per stringerlo in una profonda amicizia con sé, ma anche che ogni uomo ha un immenso bisogno di Dio.

Sin dai primi anni del suo ministero sacerdotale, il giovane Guglielmo sente di dover fare qualcosa per dissetare la sete di Dio e la sete dell’uomo. Ogni uomo deve comprendere che Dio ci ama infinitamente e che Gesù ha offerto la sua vita perché tutti gli uomini siano santi, si riscoprano figli, vivano da fratelli.

Questa santa inquietudine animerà tutta la vita di questo sacerdote, vescovo e fondatore; sarà il carburante della sua premura pastorale, del suo accompagnamento paterno, ma anche dei suoi molteplici servizi all’interno della Chiesa locale e universale.

Tutta la vita di Guglielmo sarà animata da un sogno rivoluzionario: che tutti gli uomini siano santi e che vivano da fratelli; questo sogno Giaquinta, l’ha affidato a quanti, dopo di lui, si sarebbero impegnati nelle realtà nate dal suo cuore di padre. 

L’invito alla santità e alla fraternità deve coinvolgere tutti gli uomini, investire ogni ambito, raggiungere ogni angolo della terra. “Tutti, tutto, dappertutto” questa era, per Guglielmo Giaquinta, la portata della Rivoluzione dell’Amore.