Con Maria e Giuseppe, La Chiesa una famiglia in attesa

Vieni Spirito Santo

illuminaci con la tua presenza

e donaci nel cammino verso la santità

di avere come compagni di viaggio

Maria e Giuseppe.

 

Insegnaci il silenzio di Giuseppe,

la sua attesa di comprendere il progetto di Dio,

il discernimento e la sua maturità nella fede.

Donaci come Lui di accogliere il mistero

e di farne tesoro, 

la docilità a cambiare i piani personale

e a mettere al primo posto

il Figlio, la Madre, e il bene per l’umanità.

 

Vieni Spirito Santo

insegnaci la capacità di Maria

 di dialogare con il suo Creatore,

la sua intelligenza nel comprendere

 un disegno più grande di lei.

La sua accoglienza, il suo far spazio a Dio.

 

Donaci di cantare come Lei il Magnificat

nell’attesa che si realizzi ciò che contiene:

promesse intrise di Parola e di speranza.

Donaci il suo guardare e indicare sempre il Figlio

e la capacità di custodire nel cuore tutti e ciascuno.

 

Vieni Spirito Santo e rendici Chiesa

in ascolto della Parola che attende

 

di abitare e portare frutto in noi. Amen


Ogni viaggio è un tempo di attesa. L’ attesa che non è tempo morto, passivo; l’attesa è vita, mette in cammino perché ha un obiettivo da raggiungere e quindi è colmo di sentimenti e di azioni. L’attesa mette in azione il sogno e come attuarlo, mette in azione il la mente, cuore e le mani. L’attesa fa i conti con la pazienza e fa i conti con l’ansia , con l’allegria, con la volontà e con lo scoraggiamento è un già nella speranza e un non ancora  nella realtà, l’attesa necessita di fede anche se questa a volte vacilla. L’attesa è discernimento perché ci sono varie vie e io ne devo scegliere una. Nell’attesa non tutto è chiaro ma si fa chiaro strada facendo… come i fari della macchina che ti danno la luce quanto basta per proseguire nella via. Nell’attesa ci sono anche gli imprevisti e quindi si ha bisogno di qualcuno che incoraggi, che sostiene, che ci creda, pensiamo al popolo d’Israele, nell’attesa del Messia, quanti profeti e quante profezie, quante manifestazioni del Signore attraverso la storia, le persone, le situazioni.

Nell’attesa bisogna saper cogliere le piccole luci, le segnaletiche, bisogna far memoria quando siamo stanchi nel cammino: chiedersi: Dove sto andando? Cosa voglio raggiungere? Chi voglio incontrare? Qual è la meta? Nell’attesa bisogna fare un pieno di speranza, bisogna essere forti perché a volte non si capisce e non si vede più nulla: “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce”… la notte attende sempre la luce ma ci vogliono 12 ore, e quando meno se l’aspetta arriva l’aurora, l’alba, il giorno. L’attesa è anche attesa di qualcosa che sia per sempre, di definitivo. L’attesa è desiderio di incontro, di amicizia, di complicità, di cammino fatto insieme, di scoprire cose nuove, di sentimenti belli, sinceri, veri, l’attesa è desiderio di una fede più grande, è desiderio di Dio. “O Dio tu sei il mio Dio all’aurora ti cerco, di te ha sete l’anima mia, a te anela la mia carne come terra deserta, arida, senza acqua” Salmo 62.

Oggi a farci compagnia sono Giuseppe e Maria, loro hanno pregato sicuramente questo salmo, hanno atteso il Messia leggendo Isaia: “Ecco la vergine concepirà un figlio…” ma potevano mai immaginare che loro sarebbero stati i protagonisti di questa storia? Della storia…la storia della salvezza. Giuseppe e Maria hanno atteso il Messia, hanno pregato Dio: “Se tu piegassi i cieli e scendessi” . Facevano parte del popolo in attesa.. e nell’attesa irrompe la buona notizia, l’annuncio! Il Vangelo di Matteo ci parla di Giuseppe, Luca dell’Annunciazione. Quanto poco si parla di loro, ma quanto sono stati “grandi”, sono i poveri d’Israele con una ricchezza infinita, una profondità eccezionale … come tutte le persone semplici.

Giuseppe e Maria hanno atteso il Messia ma dicevamo che l’attesa coinvolge la vita. Irrompe la novità, lo scombussolamento dei progetti, del presente e del futuro. Si rimescola tutto. Loro attendevano nella quotidianità cose diverse: il matrimonio come tutti gli altri, una famiglia normale..un futuro nella norma…. Ma arriva Dio, entra con potenza nei loro piani, nella loro quotidianità e orienta le loro attese verso altre direzioni…verso il Figlio e verso l’umanità. Con loro si aprirà una nuova strada, un nuovo orizzonte. Dio attende il loro SI per abitare la terra dei suoi figli. Anche Dio attende, vive questo sentimento e continua ad attendere che i suoi figli dicano Si, abbiano orizzonti più grandi rispetto alla terra, siano più immersi nel progetto di Dio, siano collaboratori della sua opera. Dio attende che i suoi figli tornino a Lui, attende che l’immagine e somiglianza riaffiori negli uomini. Dio attende il Si dell’umanità, attende il SI di Maria e Giuseppe e anche la sua attesa non è senza vita, senza movimento, manda i suoi angeli, i suoi messaggeri, spiega le scritture, ascolta le domande, le perplessità di Giuseppe e Maria, rassicura: NON TEMERE! Attende amando, spiegando, dando fiducia, attende perché senza l’uomo non fa nulla… cerca collaboratori. “Senza di me non potete far nulla” ci dice il Vangelo ma anche Dio senza di noi non vuole fare nulla…noi non possiamo, lui non vuole! Attesa di Dio, attesa dell’uomo, ricerca di Dio, ricerca dell’uomo, complicità, dialogo, paternità, incoraggiamento: NON TEMERE Giuseppe, NON TEMERE Maria. Dio attende il Si chiamando per nome, conoscendo i cuori e le possibilità di ciascuno. Dio attende parlando… Dio non è sordo o muto, Dio ascolta e parla: Rallegrati, concepirai… “IO SONO CON TE” , Dio risponde alle domande e dona certezze: “Nulla è impossibile a Dio”. A Giuseppe gli spiega cosa è successo a Maria, gli fa fare memoria del Vecchio Testamento. Dio attende di Si di Maria e Giuseppe, di ciascuno di noi venendoci incontro: Quanti angeli sulla nostra strada? Dio attende venendoci incontro attraverso la Parola, attraverso l’Eucaristia, attraverso la Chiesa.

Maria e Giuseppe cosa attendono?

Maria attende il Figlio di Dio, che cosa grande, è una mamma che attende 9 mesi per vedere il volto di Dio: “Signore il tuo volto il cerco, non nascondermi il tuo volto” . Attende e sogna, si chiede: come sarà? Nell’attesa già conosce il nome, Gesù-Dio salva. Attende ciò “che i cieli dei cieli non possono contenere” e lei ce l’ha nella pancia. Attende l’Atteso dei secoli. Nell’attesa prega, aspetta che Giuseppe comprenda, si confronta con lui. Dio è entrato nella loro vita in maniera straordinaria. Nell’attesa si ripete quello che l’Angelo le ha detto: “IL SiGNORE E’ CON TE” e ripete il suo “Eccomi” ricco paure e di speranze, lo ripete mentre prega, lavora, cucina. L’attesa è un movimento anche per lei, dialoga con il Figlio, come tutte le mamme che hanno l’esperienza di un bimbo in grembo, l’attesa per lei è anche “andare verso” la cugina Elisabetta, Maria portatrice di Dio, Dio cammina con Lei, verso gli altri… non  bisogna mai ingabbiare Dio nel nostro cuore e non donarlo! Maria con gli anni attende che il figlio cresca in “età, sapienza e grazia” anche se a volte non capisce, ama “custodisce nel cuore” medita, attende la luce pregando e si ripete NON TEMERE.  “Tuo padre e io angosciati ti cercavamo”, a volte l’amore deve fare un passo indietro “Non sapevate che debbo occuparmi delle cose del Padre mio”. L’attesa è silenzio. Cosa attende Maria? Che il Figlio cominci ad annunciare? Non lo so! Forse come ogni mamma vorrebbe tenere il figlio sempre con lei, vicino a sé, ma l’amore lascia liberi anche se l’amore segue con discrezione e chiede al momento giusto un miracolo non per lei ma per gli altri: “Fate quello che Lui vi dirà”. L’attesa di Maria è che ogni suo figlio arrivi a questo ” Fate quello che Lui vi dirà”, attende la conversione, il seguire suo figlio perché è Lui la bellezza e la pienezza della vita.

Maria è la donna dell’attesa della Resurrezione perché il dolore del Figlio morto non può finire lì, attende la resurrezione anche se sta ferma dinanzi la Croce. Attende che il dolore diventi grido di resurrezione, che la ferita germogli, che la salvezza esploda sulla terra. Attende questo , ferma con le lacrime negli occhi e nel cuore “una spada che le trafigge l’anima”. Dio non è il Dio dei morti ma dei vivi, Dio è vivo. Attende che questo accada. Maria da noi attende che crediamo nel Figlio, che lo seguiamo, che accogliamo e offriamo nella sofferenza ma che crediamo che la sofferenza non è l’ultima parola e così neanche la morte. Noi siamo i figli del Cielo, risorti, felici! Maria attende che il Magnificat si realizzi e che ogni uomo possa dire: “grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”. Maria attende che attraverso la nostra giustizia, umiltà, affidamento a Dio, il considerarlo unico e santo il magnificat si realizzi! Maria attende una Chiesa matura, che torni alle origini “erano un cuor solo un’anima sola”. Attende una Chiesa che dica SI, che mostri il Figlio con le sue buone opere, che cammini verso l’Altro e verso l’altro “terra sacra”. Maria attende, spera, prega per noi peccatori… perché sogna per noi la santità come la sogna il Padre e come la sogna il Figlio: “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli”.  Maria attende i suoi figli con gli stessi sentimenti del Padre misericordioso e fa festa in Cielo con lui per un solo peccatore pentito.

Giuseppe cosa attende? Questo uomo giusto cosa attende? Quanto poco si parla di lui, fa quasi impressione ma è bello Giuseppe, è un uomo vero, onesto. Cosa attende? Di capire, vuole fare discernimento, vuole fare la scelta giusta senza far male a nessuno, vuole essere marito e padre, attende e ascolta come farlo con indicazioni diverse… Dio ha disposto diversamente. Giuseppe vuole seguire la legge, prega incessantemente. Attende spiegazioni ma non con rabbia, è un uomo mite, che ascolta, non è impulsivo Giuseppe, è alla ricerca del bene. Accoglie il mistero e attende Gesù “Tu Giuseppe lo chiamerai Gesù” Attende che il Figlio cresca lavorando, essendo presente, amando, custodendo… Giuseppe si prende cura! Attende che il progetto di Dio si realizzi… ed egli ha un ruolo in questo progetto. Giuseppe  ama “prende con se Maria e il Bambino” . Attende e ricerca Gesù insieme con Maria.Ascoltiamo Tonino Bello che fa parlare Giuseppe: Rinuncio volentieri ai miei piani. Voglio considerare i tuoi, Maria. Purchè mi faccia stare con te. Lei ti rispose di Si, e tu le sfiorasti il grembo con una carezza: era la tua prima benedizione sulla Chiesa nascente. Io penso che hai avuto più coraggio tu di condividere il progetto di Maria, di quanto ne abbia avuto lei a condividere il progetto del Signore. Lei ha puntato tutto sull’Onnipotenza del Creatore, tu hai scommesso tutto sulla fragilità di una creatura. Lei ha avuto più fede, tu più speranza. La carità ha fatto il resto, in te e in lei.

Giuseppe cosa attende? Il Cielo ricco di persone come lui che amano, che sanno rischiare per Dio, che sono giusti, che non fanno male ma ricercano il bene?  Ma… forse non è così, se conosciamo Giuseppe penso che lui voglia che noi cristiani assomigliamo a Maria e a Gesù…lui ha l’arte di sapersi mettere da parte, è il raggio che indica il Sole! E’ amico di Giovanni Battista quando dice: Ecco l’Agnello di Dio.

Sono uomini che indicano la strada e sanno scomparire perché al centro di tutto non ci sono loro ma Dio! Come la stella che condusse  i Magi ma poi scompare dinanzi alla luce che illumina il mondo.

La Chiesa cosa attende? Attende che Cristo sia sempre al centro, che la abiti, che non ci sia il rischio di “non avere posto per lui”. Attende di far parte dei poveri, degli umili e di stare dalla parte dei deboli e di guardarli con predilezione. La Chiesa attende di essere migliore, di essere raggiunta dalla verità di se stessa, di mettersi in discussione, di non essere ancorata alle preghiere ma alla preghiera, di non essere schiacciata dalle processioni “perché i santi si onorano imitandone la fede”, dalle devozioni e riti sterili nei quali la voce non ha cuore ed è dissociata dalla mente. La Chiesa attende di essere attratta dalla Parola e dall’Eucaristia..e di lasciarsi trasformare. Attende la comunione, di essere a servizio dimenticando il potere, attende di essere bella come la Madre, di parlare il linguaggio di Dio che è semplice, di avere gli stessi sentimenti di Cristo.

 “Sopporto questa chiesa in attesa che divenga migliore, dal momento che anch’essa è costretta a sopportare ne in attesa che io divenga migliore”. Erasmo di Rotterdam.

La Chiesa attende di essere santa, nel già e non ancora. Attende il perdono e che sia capace di perdonare, attende il Cielo. Attende di credere e di parlare di più di Risurrezione e di dialogare con i santi per comprendere la strada… i nostri amici non possono essere soltanto quelli della terra… non ci bastano. La Chiesa attende… e lo diciamo con i cinque verbi del Convegno di Firenze,

·        di uscire come Maria verso Elisabetta … portatrice di Dio

·        di annunciare come Gesù il Padre … con i gesti più che con le parole

·        di abitare i luoghi del mondo e non scappare o rinchiudersi nel tempio….come Gesù che passava sanando e beneficando abitando le case, le piazze, il deserto, le sinagoghe, le rive dei laghi ecc.

·        di educare, di trarre il bello dalle persone, di credere nelle loro possibilità…. “D’ora in poi sarai pescatore di uomini”

·        di trasfigurare …di diventare bella come Gesù “il più bello tra i figli dell’uomo”

Vieni Signore Gesù e concedici tutto questo. Amen!

Maria Francesca Ragusa