Vivere in famiglia

A un mese di distanza dalla presentazione dell’Esortazione apostolica Amoris Laetitia, abbiamo intervistato Daniela e Marco Nevi, sposati da 24 anni. Daniela e Marco hanno due figli (Edoardo e Lorenzo), rispettivamente di 20 e 15 anni; sono membri dell'équipe diocesana di Pastorale Vocazionale e dell’équipe di Pastorale Familiare della diocesi di Viterbo; collaborano con il consultorio familiare e sono impegnati nella catechesi in preparazione al Battesimo e Cresima.

Hanno accettato di parlarci della loro esperienza familiare alla luce dell’Esortazione apostolica.

 

 

Daniela, Marco parlateci della vostra famiglia: è una famiglia, come scrive il Papa, inclusiva, aperta all'accoglienza di parenti e amici?

Parlare della nostra famiglia è elevare quotidianamente a Dio un inno di grazie per tutti i benefici che ci ha elargito. Nelle gioie e nelle sofferenze, nella salute e nella malattia la Divina Provvidenza ha illuminato il nostro cammino, prima come coppia e poi come famiglia.

Papa Francesco, grazie alle sue parole e ai suoi gesti, lo sentiamo particolarmente vicino alla nostra realtà familiare. Il Papa con tenerezza ha messo in luce ciò che noi, come famiglia, viviamo nel silenzio della nostra casa: porta aperta verso l’altro, parente e non, pronta a condividere con gioia quel poco che si ha nel calore della convivialità.

Possiamo dire che l’inclusione, l’attenzione ad ogni singola persona affinché nulla e nessuno vada perduto è una regola di vita in casa nostra. Con sguardo riconoscente per tutto ciò che abbiamo ricevuto in dono, cerchiamo di vivere ed educare i nostri figli ad avere occhi attenti a chi incrocia il nostro cammino perché il Signore, con provvido amore, ci chiama ad essere amore e a generare amore attorno a noi.

 

Una coppia che legge l'esortazione apostolica Amoris Laetizia, che prima impressione ha? Secondo voi quali prospettive pastorali apre?

La prima impressione che abbiamo avuto come coppia, leggendo l’esortazione apostolica Amoris Laetitia, è di un grande respiro e di un alto orizzonte dove la famiglia è chiamata ad essere in movimento, in cammino su un sentiero bello e gioioso.

Le prospettive pastorali che apre sono quelle proprie della ‘casa’, Chiesa domestica, in cui il calore del focolare, l’attenzione all’umano e la gratuità dell’amore sono dimensioni applicabili anche alle nostre strategie pastorali che a volte poco profumano di umanità, di solidarietà e di tenerezza.

L’appello di Papa Francesco è un monito chiaro e per tutti gli uomini e le donne di buona volontà: non lasciamoci rubare la Famiglia!

 

Oltre alle gioie della vita familiare, l'esortazione apostolica, al n. 30, parla di una "quotidianità di fatiche e persino di incubi". In che modo affrontate all'interno della vostra famiglia i momenti di crisi?

L’icona della famiglia di Nazareth è stata da sempre il punto di riferimento della nostra famiglia. Famiglia ci si diventa nella ferialità della vita e nelle situazioni che essa ci offre. Come famiglia cristiana, come tutte del resto, abbiamo una marcia in più: Gesù Cristo che ha preso dimora nella nostra casa. Ha cioè scelto noi come suo domicilio e questo è per noi l’unica vera forza. I momenti di crisi si affrontano insieme tra di noi ed insieme a Gesù.

Cerchiamo perciò di leggere al di là dell’atrocità degli eventi cosa il Signore desidera da noi, quale è la sua volontà e come poter vivere sino in fondo la sofferenza per cambiarla, con Lui, in mattino di Pasqua.

 

Amoris Laetizia indica alcune sfide che la famiglia deve affrontare oggi. In base alla vostra esperienza quali sono quelle più urgenti?

La nostra esperienza, come quella di tante altre famiglie, vive come sfida nella liquidità del presente il cercare di rimanere saldi su quei veri valori che abbiamo ricevuto in eredità dai nostri genitori e che con orgoglio cerchiamo di consegnare ai nostri figli. È necessario ed urgente resistere a tutto ciò che sembra seminare terrore, sfiducia e apatia e profeticamente rinvestire sulla speranza e sulla gioia.

Altra sfida urgente è quella educativa. Tutti siamo responsabili del futuro delle nuove generazioni e come famiglie siamo chiamate a prenderci le nostre responsabilità, a cercare il vero bene per loro e a volte anche scegliere la via della rinuncia e del sacrificio. “I CARE” diceva don Lorenzo Milani e questo “mi sta a cuore” deve interpellarci profondamente e guidare le piccole e grandi scelte della vita.

 

Dopo l'amore che ci unisce a Dio, l'amore coniugale è la "più grande amicizia"(AL 123): è così per voi? Quale è la vostra esperienza?

L’amore di Dio è per entrambi il nostro primo amore, anzi è grazie a Lui che il nostro amore trae origine e in Lui vi è pienezza. L’amore coniugale è esperienza di Dio ed è per questo che il nostro volerci bene è apertura, accoglienza, misericordia, gratuità. Questa appartenenza a Cristo, che cerchiamo di vivere ogni giorno, realmente e con intensità, influisce quasi spontaneamente sul nostro modo di comportarci e di assumere delle scelte.

Tra tutte, quella di vivere coerentemente con l'insegnamento del Vangelo è certamente la più radicale. È una chiamata esigente, difficile, che va controcorrente, ma è anche un percorso ricco di fascino, che porta a testimoniare un amore che riempie la vita di senso e di gioia.

 

Educare i figli alla vita e all'amore è veramente una grande sfida. Come la affrontate?

I figli sono per noi il più bel dono che il Creatore abbia pensato di farci. Se Dio è la bussola del nostro cammino, i figli sono il nostro continuo ‘banco di prova’, il nostro ‘termometro’ e chi ritma il nostro passo. La nostra esperienza come genitori ci porta ad affermare che tutto ciò che riguarda i figli esige la presenza di entrambi i genitori, cioè della coppia che si ama. I figli non hanno bisogno dell'affetto dei genitori ma che i genitori si vogliano bene. Il figlio vive della capacità di amarsi dei genitori e crescendo in un ambiente di amore , è li che prenderà fiducia e coraggio.

Noi, abbiamo cercato di portare avanti un progetto comune basato soprattutto sul concetto origine di educare ovvero educere "tirar fuori" facendo vivere ai nostri figli l'esperienza di essere amati e di accompagnarli ad amare se stessi e il prossimo, aiutandoli a capire che amore è accoglienza, dono, servizio. Solo educando all'amore si aiuta i figli a crescere e, soltanto l'esperienza forte di un amore ricevuto può renderli capaci di rispondere gradualmente all'amore con l'amore.

 

Essere famiglia è inoltre ascoltare ciascuno, saperlo aspettare, avere grande pazienza, L'amore rispetta l'altro, vuole il suo bene e si sacrifica per lui.

 

Intervista di Vittoria Terenzi