Sentinelle del mattino

Nel giorno della festa di Maria Maddalena, è stata presentata presso la Sala Stampa Vaticana la Costituzione Apostolica del Santo Padre Francesco sulla vita contemplativa femminile: Vultum Dei quaerere. A parlarne, l’Arcivescovo Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, Mons. José Rodríguez Carballo, OFM. 

La Costituzione, che esprime l’attenzione di Papa Francesco e della Chiesa verso la vita contemplativa (quasi tutta declinata al femminile), sostituisce la Costituzione precedente, Sponsa Christi di Papa Pio XII, datata 1950. Papa Francesco nel documento affida al Dicastero per la Vita consacrata il compito di redigere un’Istruzione che contenga la legislazione che regolerà i temi della formazione, dell’autonomia e della clausura.Per redigere il documento, le circa 44.000 contemplative di tutto il mondo sono state interpellate personalmente attraverso questionari sui diversi aspetti della vita monastica, in un percorso durato più di due anni.

Vultum Dei quaerere: è la ricerca del volto di Dio, il desiderio di “trovare e contemplare Dio nel cuore del mondo” ciò che caratterizza in particolare questa vocazione. Papa Francesco, che nel documento esprime il suo apprezzamento per le donne contemplative, sottolinea il loro compito di portare la buona notizia del Vangelo all’uomo contemporaneo e le esorta:

«Siate fari, per i vicini e soprattutto per i lontani. Siate fiaccole che accompagnano il cammino degli uomini e delle donne nella notte oscura del tempo. Siate sentinelle del mattino (cf. Is 21,11-12) che annunciano il sorgere del sole (cf. Lc 1,78). Con la vostra vita trasfigurata e con parole semplici, ruminate nel silenzio, indicateci Colui che è via, verità e vita (cf. Gv 14,6), l’unico Signore che offre pienezza alla nostra esistenza e dona vita in abbondanza (cf. Gv 10,10). Gridateci come Andrea a Simone: “Abbiamo trovato il Signore” (cf. Gv 1,40); annunciate, come Maria di Magdala il mattino della risurrezione: “Ho visto il Signore!” (Gv 20,18). Tenete viva la profezia della vostra esistenza donata. Non abbiate timore di vivere la gioia della vita evangelica secondo il vostro carisma» (VDQ 6).

Fiducia e stima per le loro scelte e per le loro capacità, per l’importante ruolo di essere luce per l’umanità intera, sono espresse dal Santo Padre: «Innumerevoli donne consacrate, nel corso dei secoli fino ai nostri giorni, hanno orientato e continuano a orientare ”tutta la loro vita e attività alla contemplazione di Dio”, quale segno e profezia della Chiesa vergine, sposa e madre; segno vivo e memoria della fedeltà con cui Dio, attraverso gli eventi della storia, continua a sostenere il suo popolo» (VDQ 3).

Nella Costituzione Apostolica si evidenzia anche come la vocazione contemplativa sia elemento di unità con le altre confessioni cristiane: «La vita monastica, elemento di unità con le altre confessioni cristiane, si configura in uno stile proprio che è profezia e segno e che “può e deve attirare efficacemente tutti i membri della Chiesa a compiere con slancio i doveri della vocazione cristiana”. Le comunità di oranti, e in particolare quelle contemplative, ”che nella forma della separazione dal mondo, si trovano più intimamente unite a Cristo, cuore del mondo”, non propongono una realizzazione più perfetta del Vangelo ma, attuando le esigenze del Battesimo, costituiscono un’istanza di discernimento e convocazione a servizio di tutta la Chiesa: segno che indica un cammino, una ricerca, ricordando all’intero popolo di Dio il senso primo ed ultimo di ciò che esso vive» (VDQ 4).

La Costituzione Apostolica, che inizia con una riflessione sul valore delle contemplative per la Chiesa e per il mondo, indica 12 temi di riflessione e si conclude con 14 articoli dispositivi. Evidenziamo qui alcuni temi:

- Vita di preghiera: vi si dedica ampio spazio in quanto costituisce l’elemento essenziale della vocazione, ma con una importante sottolineatura: «la vita di preghiera e la vita contemplativa non possono essere vissute come ripiegamento su voi stesse, ma devono allargare il cuore per abbracciare l’umanità intera, particolarmente quella che soffre. (…) Con la vostra preghiera potete guarire le piaghe di tanti fratelli» (VDQ 16).

- La formazione: si auspica la collaborazione tra più monasteri e si concede che le formatrici possano partecipare a corsi di formazione anche fuori dal monastero, «mantenendo un clima adeguato e coerente con le esigenze del carisma proprio» (VDQ 3).

- Attento discernimento vocazionale: «Nonostante la costituzione di comunità internazionali e multiculturali manifesti l’universalità del carisma, si deve assolutamente evitare il reclutamento di candidate da altri Paesi con l’unico fine di salvaguardare la sopravvivenza del monastero» (VDQ 3).

- Vita fraterna: è la prima forma di evangelizzazione. La fraternità è un “riflesso del modo di donarsi a Dio”, si legge nel documento. In comunità occorre tenere conto delle istanze delle giovani e della cura delle anziane.

- L’esercizio dell’autorità: tale ministero deve ‘favorire un clima gioioso di libertà e di responsabilità così da promuovere il discernimento personale e comunitario e la comunicazione nella verità’ (VDQ 7).

- L’uso sapiente dei mezzi di comunicazione digitali, utili per la formazione ma da usare con discernimento affinché non diventino motivo di dispersione ed evasione dalla vita fraterna.

 

Vultum Dei quaerere: un documento che ci rimanda ad una vita contemplativa fortemente profetica, segno di fedeltà e di stabilità in una società ‘liquida’; vocazione che - attraverso una vita fraterna autenticamente vissuta - può essere segno e testimonianza di prossimità in un mondo lacerato dalla divisione, invito a rimanere accanto al fratello accogliendo diversità, fragilità e debolezze.

 

Vittoria Terenzi