Nel silenzio di Auschwitz il grido del dolore, la forza dell'amore.

I tre condannati salirono insieme sulle loro seggiole.

I tre colli vennero introdotti contemporaneamente nei nodi scorsoi.

- Viva la libertà! - gridarono i due adulti. 

Il piccolo, lui, taceva.

- Dov'è il Buon Dio? Dov'e? - domandò qualcuno dietro di me.

A un cenno del capo del campo le tre seggiole vennero tolte.

Silenzio assoluto. All'orizzonte il sole tramontava.

Scopritevi! - urlò il capo del campo. La sua voce era rauca. Quanto a noi, noi piangevamo.

- Copritevi! Poi cominciò la sfilata.

I due adulti non vivevano più. La lingua pendula, ingrossata, bluastra. Ma la terza corda non era immobile: anche se lievemente il bambino viveva ancora...Più di una mezz'ora restò così, a lottare fra la vita e la morte, agonizzando sotto i nostri occhi. E noi dovevamo guardarlo bene in faccia. Era ancora vivo quando gli passai davanti. La lingua era ancora rossa, gli occhi non ancora spenti.

Dietro di me udii il solito uomo domandare:

- Dov'è dunque Dio?

E io sentivo in me una voce che gli rispondeva:

- Dov'è? Eccolo: è appeso lì, a quella forca...

Quella sera la zuppa aveva un sapore di cadavere. 

La notte, Eliezer Wiesel - premio Nobel per la Pace (1928 - 2016) 

L'esperienza nel campo di concentramento di Auschwitz ha catturato la mente e il cuore dei giovani di della Diocesi di Pescara. Le emozioni, i sentimenti e le sensazioni non sono facilmente descrivibili.

Durante i giorni di questa GMG, per motivi organizzativi e per ragioni di sicurezza, è preclusa la visita all'interno degli edifici. 

Tuttavia nel silenzio di questi luoghi risuona assordante la voce, il grido di dolore di quel milione di uomini e donne sterminati.

Abbiamo ricordato le figure di Anna Frank, vissuta qui qualche mese e poi uccisa nel campo di Bergen-Belsen, di Primo Levi, scampato alla morte di Auschwitz ma non al tormento di una insostenibile esperienza disumana e infine le vite di San Massimiliano Kolbe, Edith Stein, Etty Hillesum che in questi luoghi hanno trovato una morte che brilla di immortalità.

Nei vespri comunitari della sera, ricordiamo che Dio c'è stato, c'è ancora, abita i luoghi del dolore e dell'orrore, mai abbandona i suoi figli, in Lui poniamo la fiducia di un futuro diverso.

Rosanna Gagliano