GSU 2016 Imperia. Nel deserto, semi di speranza.

Come ormai da diversi anni, in occasione della Giornata della Santificazione Universale, il Movimento Pro Sanctitate propone una  veglia di preghiera nella chiesa Ave Maris Stella di Porto Maurizio. L'appuntamento era per la sera di lunedì 31 ottobre: la chiesa, che si affaccia sul porto, era gremita di giovani e non; circa 200 persone si sono ritrovate per testimoniare che la vera festa è stare insieme davanti a Gesù Eucaristia, perché solo Lui può farci tutti santi, tutti fratelli.

Anche quest'anno i giovani dei vari gruppi parrocchiali e dei movimenti della città si sono ritrovati per un'ora di preghiera e di adorazione, insieme al Vescovo Mons. Guglielmo Borghetti.

 

Partendo dalla parabola evangelica del seminatore, la preghiera ha voluto sottolineare le situazioni di deserto, i terreni aridi, nei quali spesso ci troviamo a vivere e che impediscono il germogliare dei nostri buoni propositi. In particolare abbiamo scelto di dare rilievo al deserto nella comunicazione, in un tempo dominato dalla tecnologia che toglie spazio al dialogo e al confronto interpersonale; al deserto nella spiritualità, quando l'avanzare di teorie soggettivistiche fa pensare che la fede sia un cammino che ognuno può costruire a modo proprio, secondo le proprie esigenze, o addirittura che di Dio si possa tranquillamente fare a meno; infine al deserto nelle relazioni familiari, quando le mura domestiche diventano una costrizione e gli affetti non si curano più perché sono scontati...

“E il seme cadde sulla terra buona”... C'è però un terreno fertile, nel quale comunque i nostri semi di speranza possono mettere radici e germogliare; un terreno che non è “totalmente altro” rispetto alle nostre situazioni di deserto, ma una breccia che si apre proprio in quegli stessi ambiti di vita. Un raggio di speranza che diventa fraternità nelle relazioni, diventa amore contagioso, diventa condivisione nella famiglia che è via della Chiesa. Tutto questo grazie alla presenza di Gesù Cristo. Solo la fede in Lui può aiutarci a fare luce nel buio della nostra quotidianità.

Il santo - ha sottolineato mons. Guglielmo Borghetti - è l'uomo della normalità, che, paradossalmente, è diventata ormai una caratteristica rara: siamo santi se sappiamo vivere nella normalità con una marcia in più, che è la presenza di Cristo. Per dirlo in altre parole, come diceva santa Teresa di Gesù Bambino, essere santi è fare in modo straordinario le cose ordinarie.

 

La fiducia di diventare santi, come recita la giaculatoria, è un seme di speranza: il pensiero che la santità sia un traguardo alla portata di tutti. Ma ancor più sono seme di speranza tutti coloro che sanno accogliere il Vangelo e lo sanno custodire, come fa la terra buona con il seme. I giovani presenti alla veglia sono stati invitati dal Vescovo a non aver paura di percorrere la via del vangelo, avendo il coraggio anche di andare contro corrente. I giovani a cui interessa ancora il Vangelo, ha detto il vescovo, sono il seme di speranza. E probabilmente sono anche il seme che germoglia più in fretta e dà maggiori frutti. A conclusione sono stati proprio i giovani a consegnare ad ogni partecipante un piccolo vasetto contenente un seme di girasole da far fiorire con un piccolo impegno da portare negli ambienti dove ognuno è speranza: scuola, relazioni, ascolto, accoglienza…

 

Don Fabio Bonifazio