Mi piace raccontarti cose...ancora

Continuo con i ricordi del passato. Ricordo le parole con cui il Servo di Dio Giaquinta concludeva il sacramento della confessione “Chiedi perdono al Signore dei peccati della vita passata, specialmente quelli contro la pazienza, la dolcezza, l’umiltà e la carità”. Ho cambiato ordine nell’elencare le virtù rispetto alla biografia “Una vita di luce” perché improvvisamente mi è ritornato nel cuore il ricordo vivo della sua voce. Sì, la prima virtù elencata era la pazienza, una pazienza che negli anni, attraverso la preghiera e la sofferenza, in lui si affinava sempre più. E poi la dolcezza: nell’accogliere, nel consolare, nel testimoniare con le sue parole la mitezza di Gesù. L’umiltà: anche quando rimproverava o faceva notare rallentamenti nel cammino – spesso la confessione sfociava nella direzione spirituale – era però sempre discreto e attento a non ferire.

Per ultima, la carità: ti faceva brillare il cammino della santità. Una santità che il “Padre” faceva toccare con mano nella vita quotidiana, l’utopia dei santi si vestiva dei gesti semplici di ogni giorno, nelle scelte e negli orientamenti.

Molte volte abbiamo sentito augurarci da lui “Il Signore vi faccia crescere e abbondare nell’amore vicendevole e verso tutti, per rendere saldi e irreprensibili i vostri cuori nella santità davanti a Dio” (cfr. Tessalonicesi 3,13).

Padre Guglielmo, grazie dei tuoi insegnamenti; rendi anche me capace di donare ai fratelli e alle sorelle quanto tu hai testimoniato.

 

 

MARIA MAZZEI