Semi di Speranza a Palermo - Angelo Sicilia e il Teatro dei Pupi

 

Come educare i giovani alla giustizia e alla legalità?

 

Si è svolto a Palermo, presso la sede del Movimento Pro Sanctitate, il secondo incontro della serie Testimoni di Speranza nella città. Conversazione con chi, nella nostra Palermo, fa qualcosa per far germogliare Semi di Speranza

Il 2 Aprile 2017 abbiamo incontrato Angelo Sicilia, ideatore dei “pupi antimafia”. Già vincitore del Premio Ninni Cassarà 2016, e che lo scorso 7 aprile ha ricevuto a Catania, presso il Museo Diocesano il Premio internazionale Rosario Livatino, Antonino Saetta, Gaetano Costa per il suo impegno sociale.

 

Nella sua conversazione Angelo, con estrema semplicità e immediatezza, ci ha raccontato la sua vicenda umana, a partire da quando, giovane adolescente, vive in un quartiere ai margini della città di Palermo, San Lorenzo, che a metà degli anni ’80 è teatro di una cruenta guerra di mafia: i Corleonesi contro la vecchia mafia.

Angelo, con i suoi coetanei, fa vita di strada.

Lì, trascorre le giornate, giocando a pallone. La sua vita e quella di tanti suoi amici avrà un svolta quando, il 7 ottobre 198,6 viene barbaramente ucciso uno dei suoi amici più piccoli, Claudio Domino, anni 11.  Quel giorno una domanda incombe: stare con la violenza, con la criminalità o stare con il cuore di Claudio?

Sin da bambino Angelo ha la passione per L’Opera dei Pupi, il Teatro tradizionale delle Marionette nel Sud Italia.

E’ il teatro di tutti, di coloro che non possono permettersi di andare al Teatro dei nobili, ma è un teatro destinato a morire. Angelo dunque diventa un “puparo”. Mentre fa combattere i paladini Cristiani contro i Saraceni, un pensiero si fa strada nella sua mente: rappresento sulla scena, dice a se stesso, la lotta tra cristiani e infedeli, tra i paladini con la croce sul petto che in nome di questa croce uccidono altri uomini e i saraceni, che in nome del loro dio, combattono per affermare la loro religione. Allora decide di spogliare i paladini delle loro vesti e di far raccontare loro la storia di altri cavalieri, i martiri nella lotta contro la mafia, dei troppi figli di questa Sicilia che hanno dato la vita per l’ideale in cui credevano.

Rosario Livatino, il giudice ragazzino
Rosario Livatino, il giudice ragazzino

Angelo si sofferma in particolare a raccontarci di Rosario Livatino, il Giudice Ragazzino, Magistrato ucciso dalla Stidda (famiglie mafiose di Agrigento) il 21 settembre del 1990 a soli 38 anni, svelandoci aspetti della scelte di questo uomo non note ai più, e che ora stanno contribuendo alla sua Causa di Beatificazione. Ad esempio la scelta ragionata di non sposarsi, per non lasciare una giovane vedova, in caso di morte prematura, quale poi fu effettivamente la sua.

Peppino Impastato
Peppino Impastato

Un altra vicenda su cui Angelo si sofferma è quella di Peppino Impastato, giornalista di Cinisi noto per le sue denunce contro le attività di Cosa Nostra a seguito delle quali fu assassinato il 9 maggio 1978.

Angelo ci condivide il periodo della sua vita trascorso proprio nella casa di Peppino, a Cinisi, con la madre di lui Felicia, prima madre a denunciare in tribunale gli assassini del figlio.

E’ stato commovente sentire questo racconto di vita, la testimonianza di chi non si è lasciato sopraffare dagli eventi dolorosi che lo hanno colpito, ma ha trovato la forza di reagire e agire. Per tutti noi un pungolo a non restare “sulla soglia” a guardare, ma sporcarsi le mani in prima persona.

 

 

Le parole Vincenzo di Garbo, un amico presente all'incontro del 2 aprile, esprimono la ricchezza di un pomeriggio di profonda riflessione:

«Non conoscevo Angelo Sicilia, ma ho ascoltato con molto interesse la sua conferenza, in cui ha raccontato come ha ideato e realizzato il progetto dell'Opera dei Pupi anti Mafia.

Profondo conoscitore dell’Opera dei Pupi siciliani, Angelo è riuscito a coniugare la tradizione con l’impegno sociale.

Abbandonate infatti le storie dei paladini di Francia, le sue marionette senza armatura e senza armi combattono con coraggio come paladini della giustizia e della legalità. 

I suoi personaggi sono infatti Peppino Impastato, il giudice Rosario Livatino, Padre Pino Puglisi, i giudici Falcone e Borsellino. La loro memoria viene mantenuta integra nelle nuove generazioni.

Il suo progetto portato avanti con grande passione e coraggio, viene realizzato, infatti, soprattutto nelle scuole, dove è più importante seminare per la crescita delle coscienze e la diffusione della cultura della legalità.»

 

Santina Mitra