Sulle strade di Palermo, 25 anni dopo

“Così una comunità si libera dall’indifferenza…

Questo vuol dire anche coltivare una identità comune,

una storia che si conserva e si trasmette”

Papa Francesco - Laudato sì n° 232

 

Sono passati 25 anni dalla strage di Capaci, l’attentato messo in atto da Cosa nostra che costò la vita al giudice anti-mafia Giovanni Falcone, a sua moglie Francesca Morvillo, e a tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.

Tante le iniziative per ricordare l’impegno del magistrato che spese la sua vita per combattere, insieme al collega Borsellino, la criminalità organizzata. Le celebrazioni, a Palermo, hanno avuto inizio domenica 21 maggio, e si sono concluse nella serata di martedì 23 maggio.

 

Il ricordo di quel fatidico sabato 23 maggio del 1992, ha lasciato una ferita profonda nel mio cuore, non solo per l’accaduto in sé, ma perché colpito “quasi” direttamente, dato che la moglie di Vito Schifani, Rosaria, faceva parte della mia Corale in Parrocchia. Vi immaginare lo sgomento e il dolore.

Da sottolineare come un chiaro segno dei tempi che l’invito a non dimenticare e a porre nella memoria le fondamenta di un futuro diverso per la Sicilia, provenga dalla collaborazione stretta tra un’associazione laica come Addiopizzo e le Comunità Ecclesiali del territorio. 

Un risveglio della coscienza cristiana, dunque, che non può convivere con una cultura di terrore e di morte quale quella mafiosa. La resistenza alla mafia esige un rinnovato impegno educativo che porti ad un cambiamento della mentalità e dei comportamenti concreti.

Lo stesso mons. Michele Pennisi, Arcivescovo di Monreale, recentemente ha infatti dichiarato che “la Chiesa deve fare presenti le esigenze proprie della conversione cristiana e quindi ricordare, che essa non può essere ridotta a fatto intimistico ma ha sempre una proiezione pubblica ed esige comunque la riparazione”.

In occasione di questo 25° anniversario della strage di Capaci (23 maggio 1992), il Comitato Direttivo della Consulta dei Laici della Diocesi di Palermo, su proposta dell’Azione cattolica, ha organizzato una manifestazione a latere di tutte le altre iniziative (quest’anno, peraltro moltissime).

Come cristiani, abbiamo pensato che la nostra partecipazione attiva, dovesse avere una caratteristica propria; e quale può essere, per un credente la sua massima espressione e manifestazione?

 

Ci siamo riuniti presso la Parrocchia San Michele Arcangelo (situata nei pressi dell'Albero di Falcone in Via Notarbartolo, 23), e abbiamo vissuto insieme una intensa celebrazione della Liturgia della Parola, presieduta dal Vicario per il Laicato della diocesi di Palermo, Mons. Raffaele Mangano.

Subito dopo la preghiera ci siamo recati in corteo, unendoci agli altri manifestanti, all’Albero di Falcone.

 

Eravamo presenti circa 200 partecipanti (e considerando l'orario ne siamo stati contentissimi), rappresentanti di alcuni Movimenti e Aggregazioni laicali della diocesi, con mio sommo sollievo in gran parte giovanissimi... la loro presenze rappresenta il germe fecondo della possibilità di un futuro migliore.

Lavora come se tutto dipendesse da te e prega come se tutto dipendesse da Dio. 

Queste poche parole di San'Ignazio esprimo perfettamente il senso e il valore del nostro impegno civile, unito alla forza dirompente della nostra fede.

 

Pino Carota