La casa sulla roccia

La conclusione dell’anno scolastico rappresenta per tutte le famiglie un momento delicato che apre ai più vari e macabri scenari.

Per molti si tratta di capire come sopravvivere ai tre mesi estivi dribblando le varie opzioni, ovvero: la donazione ai centri estivi, la rottura del porcellino il cui ricavato è da destinare ai professori delle ripetizioni (per chi ha i figli che rientrano nella categoria “ha le capacità ma non si è impegnato abbastanza…”), la scelta del luogo di villeggiatura che sia compatibile con le esigenze di tutti, etc etc.

E così, mentre rinfreschiamo i costumi e spolveriamo gli scarponcini da trekking, ci rendiamo conto che, anche quest’anno, i mesi estivi da trascorrere insieme difficilmente faranno di noi i componenti sereni e sorridenti della famiglia del Mulino Bianco.

D’altronde, che fosse davvero troppo utopistico mirare a quella famiglia un pò' lo sapevamo già, come pure che sia un sogno ormai irrealizzabile visto che il Mulino non è nemmeno più in vendita/locazione: se l’è aggiudicato Antonio Banderas!

 

Eppure, questa lotta quotidiana, quasi più sfiancante della conquista di tutti i territori del Risiko, è semplicemente la realizzazione di un progetto chiamato famiglia: una casa, un marito, dei figli (importante la distinzione numerica: per alcune cose uno è sufficiente, per altre la quantità è gradita!).

E la famiglia a cui mi riferisco non è decisamente il nucleo sociale rappresentato da due o più individui che vivono nella stessa abitazione e, di norma, sono legati tra loro da rapporti di parentela o di affinità come schematicamente ci ricorda Google.

Pensando al termine famiglia nella mia mente si affollano una miriade di parole: amore (prima di tutto), pazienza (quando non è esaurita), tolleranza (difficilissima…), condivisione (da specificare di cosa, perché se no metto il lucchetto al mio armadio), allegria, disordine, lavatrici, compiti, etc etc….e, proprio perché la Santità appartiene ad un altro mondo, anche discussioni, musi lunghi, urla e qualche lacrimuccia. Anche però.

Volendo “interpretare” la famiglia oltre le definizioni, è fondamentale la sua esistenza/sopravvivenza per il bisogno di continuare a credere, fortemente, che il coraggio delle scelte sia la testimonianza più reale di quel progetto ampio e meraviglioso che supera di gran lunga la definizione di Google.

La pausa estiva, con tanto tempo da trascorrere ed inventare insieme, non è tutto, ma può essere un buon punto di partenza.

Se la famiglia fosse, infatti, solo un nucleo sociale, senza un contenuto etico, un insieme di valori dettati dall’Amore, dal rispetto, persino dalla resistenza quando serve, sarebbe davvero un’occasione persa per realizzare qualcosa di unico, insostituibile e davvero bello.

Invece, fortunatamente, la famiglia è stata creata, e prova a resistere nel tempo nonostante gli attacchi che si fanno sempre più subdoli, con un altro Fine, con un’altra Prospettiva.

La prospettiva da cui partire non è sentirsi liberi di scappare, ma felici di rimanere, non è negare le difficoltà ma affrontarle con la giusta dose di ottimismo, non è nemmeno mettere insieme individui a caso, sulla base di scelte più o meno emozionali, ma partire dai sentimenti ed innalzarli sopra le nostre fragilità, le nostre paure, i nostri istinti, le nostre cadute.

Se penso a questa avventura, in cui ci siamo lanciati io e Luca, credo sia proprio quello di cui, ad esempio, noi due avevamo bisogno!

Se non avessimo avuto la tenacia di portare avanti questo progetto avremmo lasciato incompiuto un ruolo da protagonisti nella più straordinaria, seppur difficile, esperienza che ci sia mai capitata, che è la genitorialità, e non avremmo mai potuto sperimentare, ed accettare in virtù di un bene che supera, o almeno tenta di superare, il nostro egoismo, cosa significhi donare incondizionatamente.

In famiglia proviamo, qualche volta ci riusciamo, qualche volta no, a trasformare i nostri limiti in ali su su cui far decollare un futuro, nemmeno troppo lontano, Giulia e Chiara.

Quindi, altro che ore di nuoto ed escursioni, se non ti allena a vivere la famiglia cos’altro può aiutarti a scolpire non gli addominali ma l’anima? E gratis, senza neanche rivolgerti al chirurgo plastico?

Ma quante volte ci sembra che manchi qualcosa, oppure abbiamo la percezione di essere sempre fermi nello stesso punto e perdiamo di vista il Vero obiettivo a cui mirare, la Vera casa/famiglia da costruire quotidianamente, dove poter ancorare tutto e tutti saldamente: la casa sulla Roccia.

 

Per questo ecco che un pomeriggio qualunque, a pochi giorni dall’inizio dell’estate, il Buon Dio ci regala, ancora una volta, la soluzione …..come nelle pagine finali della Settimana Enigmistica!

Nella sua semplicità esplosiva il Signore ci regala l’ingrediente unico per addolcire la nostra giornata (che non è il cucchiaino di Contreau nella torta di mele…), ma che ci è necessario, nella nostra condizione umana, per ristabilire il giusto equilibrio, le solide fondamenta, per abbandonarci fiduciosamente alle Sue Parole di speranza e cercare di rimanere saldi sulla Roccia.

La chiave di lettura che ci manca è spesso proprio questa: sentire quanto la pioggia ed il vento, ovvero le preoccupazioni, le frustrazioni, le prove a cui la vita ci chiama, comprese le pagelle di fine anno ed il tanto tempo da trascorrere insieme, di fronte alle quali ciascuno di noi cerca e trova risposte diverse, siano proprio la cartina di tornasole sulla quale giocarsi la propria scelta di vivere nella fede e non giocare solo a proclamarla, realizzare la propria vocazione e non solo farne una caricatura, correre per la maratona della Santità, oppure gareggiare per il concorso a premi più ambito (che poi se il premio è l’Eternità non c’è lotteria della Befana che tenga….).

Portare nella vita di ogni giorno il senso della casa sulla Roccia vuol dire non fermarsi scoraggiati ed abbandonare l’opera se il primo operaio ha messo male i mattoni, ma affidarsi al Costruttore che ha scelto il terreno migliore, non ambire alla vista mare se si può puntare a quella Cielo, nemmeno creare cassaforti nascoste per tesori che tanto dovremmo lasciare qui, o false verità su cosa possa servirci per rendere la nostra residenza lussuosa essendo disposti a procurarcelo ad ogni costo.

Provare ad edificare la propria casa sulla Roccia oggi, significa forse semplicemente metterci dentro tutto quello che ci risulta difficile, incomprensibile, faticoso della vita familiare, sapendo che potrà occupare una stanza ma non permettendo che possa invadere tutto lo spazio.

Come pure, in vista delle prove che ancora ci attendono, aver sempre presente il primo mattone: il nostro sogno di famiglia formato maxi con la partecipazione straordinaria di Giulia e Chiara, per gentile concessione edilizia di Chi ci ha donato tutto.

 

Elisabetta Mariotti