Pretoria, Parrocchia S. Pio X

Vorrei condividere alcune esperienze recenti maturate nell'ambito della Parrocchia di St Pius X a Pretoria, convinto come sono che la Chiesa, anche come ambito sociale (oltre che realtà teologica), ci offre la possibilità preziosa di essere strumento di cambiamento e novità. La fatica del nostro lavoro parrocchiale è via di santità ove svolto con abbandono, ascolto e fiducia. 

È un cammino che crea sofferenze che dobbiamo capire e superare. È un cammino di gioia perché quello che ci viene chiesto ed offerto è amore misericordioso. È socialmente significativo perché la Parrocchia è luogo privilegiato di unità e di progresso. 

 

Ho scritto il messaggio seguente in un contesto complicato dalle diversità culturali e da fratture storico-politiche. Le suscettibilità diventano molto forti a volte; perseverare nell'impegno non è mai ovvio.

Lo condivido volentieri con voi perché so che molti membri Pro Sanctitate nutrono il desiderio di veder crescere le proprie comunità parrocchiali.

 In 30 anni di vita cristiana attiva non ne ho trovata una perfetta o migliore. In ogni caso bisogna saper discernere il potenziale delle situazioni e rispettare i tempi di ciascuno. 

Il coro della Parrocchia di St Pius X a Pretoria non è un'eccezione. 

Ho scritto il messaggio che segue durante la scorsa Quaresima. 


Cari amici,

 

Sono passati più di due anni da quando ho iniziato a frequentare la Messa e il Coro a San Pio ... e ho pensato che sarebbe stato il momento di condividere alcune idee su come il nostro ministero musicale potrebbe evolvere e trovare un'espressione migliore in futuro.

La nostra parrocchia ha le proprie caratteristiche particolari: molto diversa e mutevole in un paese dove l'unione nella diversità resta in gran parte un'ambizione programmatica. Tuttavia, questo sembra essere il carisma che ci è stato dato e lodiamo il Signore per questo.

Il nostro servizio dipende perciò dalla nostra capacità di essere uniti nello Spirito. La nostra presenza la domenica è una risposta allo Spirito. Il nostro canto insieme è un'espressione dell'essere uno nello Spirito.

Abbiamo tutti doni e problemi diversi e dobbiamo essere vigili nel riconoscere e accettare entrambi.

 

Detto questo, è evidente che il nostro servizio è anche segnato da routine e abitudini che potrebbero essere migliorate, credo a abbastanza facilmente.

 

A) Amicizia: Probabilmente non ci conosciamo molto. Fintanto che non si conosce bene l'altro, molto del nostro comportamento rimane difficile da capire, se non sospetto. Ad esempio, sono italiano e troppo vecchio per cambiare il mio temperamento... (nonostante ci provi)

 

B) Unità: questa è essenziale per poter rendere un servizio dove la congregazione è sostenuta nella lode e nella  preghiera. Questo è il motivo per cui un livello minimo di pratica è importante. La linea di canto dovrebbe essere conosciuta e chiara. Occorre prestare attenzione ai tempi e agli attacchi. Le voci individuali non devono distinguersi (a meno che non lo richieda la canzone). Gli strumenti dovrebbero svolgere il loro ruolo fondamentale in armonia con le voci. L'improvvisazione può accadere. Non dovrebbe tuttavia essere sfrenato ma piuttosto riflettere una sensazione condivisa per la canzone.

 

C) Generosità: Tutti noi crediamo che ci sia più gioia nel dare che nel ricevere. Mentre lodiamo Derrick e Elio [il pianista ed il violinista], dobbiamo anche chiederci quanto sia generosa la nostra presenza. Probabilmente non è questione di quanto, ma piuttosto, come. Come accoglieremo i nuovi membri? Facciamo suggerimenti per il miglioramento del nostro servizio? Siamo aperti a migliorare?

 

D) Puntualità : Sapere a cosa mi riferisco e so che spesso ciò è dovuto a circostanze oggettive  Dobbiamo però evitare di fare di questo una norma. Dopo tutto, il nostro servizio, essenziale per il godimento spirituale dei parrocchiani, non richiede un investimento di tempo significativo al di là di quello che richiede la frequenza ordinaria.

Massimo De Luca

English version


Dear Friends,

 

It has been more than 2 years since I started attending Mass and choir in St Pius... and thought it would be time to share some ideas on how our musical ministry could evolve and find better expression in the future.

 

Our parish has its own special features: very diverse and mutable in a country where being united in diversity largely remains a programmatic ambition. Yet, this seems to be the charisma that we have been given and we praise the Lord for this.

 

Our service thus hinges on our ability to be be united in the Spirit. Our presence on Sundays is a response to the Spirit. Our singing together is an expression of our being one in the Spirit.

 

We all come with different gifts and problems and we should be vigilant in recognising and accepting both.

Having said that, it is quite apparent that our service is also marked by routines and habits which could be improved, I believe quite easily.

a) Friendliness: We probably do not get to know each other much. As long as we do not know well each other, much of our behaviour remains difficult to understand if not suspicious. For example, I am Italian and too old to change my temper.... (however hard I try)

 

b) Togetherness: This is essential to be able to render a service where the congregation is carried along in praise and prayer. This is why some minimal level of practice is important. The singing line should be known and clear. Attention should be paid to tempo and attacks. Individual voices should not stand out (unless required by the song). The instruments should play their fundamental role in harmony with the voices. Improvisation can happen; it should not however be unbridled but rather reflect a shared feel for the song.

 

c) Generosity:  We all believe that there is more joy in giving than receiving. While we praise Derrick and Elio [il pianista ed il violinista], we should also ask ourselves how generous our presence is. It is probably not a matter of how much but rather how. How do we welcome new members? Do we make suggestions for the improvement of our service? How open are we to improvement?

 

d) Timeliness: You know what I am referring to and I know that this is often due to objective circumstances; still we should avoid making this the norm. After all, our service, though essential for the spiritual enjoyment of fellow parishioners, does not require a significant time investment beyond what ordinary attendance calls for.

 

Well, there are certainly many other dimensions which are important to our service.

 

Massimo De Luca