Dolcetto o scherzetto... un modo diverso di dire "no"

La festa di Ognissanti, come ogni anno, apre un dilemma, non tanto per gli adulti, almeno quelli consapevoli che diventare Santi è un pò meglio che stregoni, ma per quelle creature nell’età di passaggio (e dalla mente che cerca di essere in sintonia con i coetanei) combattuti dalle cento e uno tentazioni, che vanno dai semplici dolcetti a forma di zucca anche straordinariamente buoni, ai più ambiti mascheramenti, per poi convogliare nei veglioni (così il consumismo ci ha regalato un altro veglione a cui pensare, oltre quello di Capodanno!).

 

A parte ovvie valutazioni, personali e soggettive, anche un pò piacevolmente influenzate dalla nostra tradizione cristiana e da quei cristiani, appunto, che per noi, proprio per noi, per salvarci e portarci tutti non al mega party ma all’Unico Paradiso, ci hanno regalato la propria vita, da madre il problema che si pone è quello di come intervenire sulle ragazze, aiutandole a comprendere il senso di questa bellissima festa, di cui ci vogliono privare, ma evitando anche che possano sentirsi isolate e schernite perché non partecipano attivamente a tutti i festeggiamenti pro streghe e stregoni.

Tanto per aiutarmi è arrivato anche il solito invito, il primo di una lunga serie, ed i loro occhi mi chiedono urgentemente una risposta: dolcetto o scherzetto?

Così, dato che Lui mi è sempre di aiuto e proprio ieri con il Vangelo di un paio di domeniche fami ha dato una dritta, provo a decidere, ancora una volta, per il bene delle figlie che mi sono state affidate, con lo sguardo però sempre puntato in Alto, verso il Bene Superiore.

Con gli anni ho capito che mettersi troppo di traverso non premia, ma anche assecondare e basta non è possibile. Sarebbe la scelta più comoda, ma anche la più vile, ed io non voglio insegnar loro che bisogna adeguarsi a tutto, soprattutto quando di mezzo c’è la loro Vita, e non un pacchetto di caramelle!!!

Così, piano piano, dentro di me si fa strada una soluzione-provocazione, una possibilità di stare comunque con gli altri, tutti insieme, festeggiare, divertirsi e persino mascherarsi ma…..da Santi!

Eh sì, perché se c’è chi vuole e può vestirsi da vampiro e vampirone, noi possiamo sempre vestirci e ricordare Chi ci sta a cuore, magari anche di Chi portiamo il nome (almeno per coloro che portano nomi cristiani, perché per i continenti ci vuole troppa stoffa!).

Così ci provo, a dire il mio sì alla festa (lo so che si aspettavano un no e questo è il mio….scherzetto!), a dire il mio sì alla gioia, perché la Festa di Ognissanti ci vuole proprio dare questo messaggio. Quale gioia più grande se non quella di essere figli di Dio, fratelli di Qualcuno che già sta lì con Lui, magari a tenerci anche il posto libero come al cinema quando si mette la borsa sul seggiolino per non farci sedere nessun’altro accanto?

In corner, almeno per quest’anno, a far compagnia a tante streghe, stregoni, vampiri e magoni, alla stessa festa, insieme agli altri, la nostra famiglia proverà a portare delle splendenti e sorridenti Sante (?) Giulia e Chiara!

Su Santa Elisabetta e San Luca ci dobbiamo ancora lavorare un pò….lì la maschera non basta, ci vuole il miracolo!

 

Buona festa di Ognissanti a tutti.

 

Elisabetta Mariotti