Ho incontrato Papa Francesco!

Ricordando la semplicità e la grandezza di don Pino!

 

Della cronaca relativa alla visita del Santo Padre Papa Francesco, sicuramente, le cronache, giornali on line e social vari, ne hanno dato cronaca e particolari vari. Io voglio ricordare questo evento, risalendo alla fonte, cercando di ricordare, a modo mio, la Figura dell'Uomo, del Sacerdote che ha dato il leitmotive a tutto l'evento. Padre Pino Puglisi era un prete senza conto in banca, con le tasche vuote e la casa (popolare) piena di libri di filosofia e psicologia, quando lo andavo a trovare leggevo i titoli e i nomi di tanti filosofi tedeschi, Padri della Chiesa... mi davano sensazioni strane, che poi ho ritrovato nella mia maturità.

Un prete che donava tutto il suo tempo agli altri (in special modo ai giovanissimi).

 

Qualcuno diceva pure che aveva lo scaldabagno rotto e i rubinetti che schizzavano acqua dappertutto!

Gli proposero gli incarichi più gravosi, scartati da tutti, e lui li accettò. Poi gli offrirono chiese ricche, posti di prestigio, e lui li rifiutò: “Non sono all’altezza, rimango qui tra i poveri”, disse. Andava alle riunioni ecclesiali e si sedeva in ultima fila. Era un intellettuale raffinato, ma non lo faceva capire a nessuno. Invece di esibirsi in dotte citazioni ai convegni, parlava in dialetto con gli operai. Dato che spesso lo si vedeva in Curia, per scherzo lo chiamavamo "monsignore" e lui rispondeva, con un modo tutto palermitano: “va riccillu a' to patri” (monsignore… dillo a tuo padre!!)”. Ecco l'esempio, ecco il ritorno alla radicalità essenziale della sequela di Cristo, ecco perché l'abbraccio di Francesco a fratel Biagio... Ecco perché questa Chiesa mi piace!

 

Luciano Pino Carota

L’incontro con il clero e i consacrati

 

L'incontro del pomeriggio in Cattedrale (presenti sacerdoti, vescovi, diaconi, seminaristi, religiosi, consacrati provenienti da tutte le diocesi siciliane) è stato un tempo di gioia, di festa, di ascolto profondo e di concretezza di vita per quanti, chiamati dal Signore alla sua sequela, hanno impegnato con il loro “si” tutta la vita a servizio della Chiesa e dei fratelli.

Papa Francesco si è soffermato ad analizzare tre verbi basilari per la vita dei presbiteri e di tutti i consacrati: Celebrare, accompagnare, testimoniare.

Celebrare: “prendete e mangiate” sono parole della Celebrazione da calare nella vita, nel nostro quotidiano. L'identità del sacerdote è quella del dono di sé senza interruzione; e ancora “io ti assolvo”, gioia di donare il perdono di Dio. Essere tutti uomini e donne di perdono, di comunione anche per i nemici, per coloro che ci fanno del male.

Ci sono tre grandi mezzi per guarire la nostra Chiesa ferita: la Parola, la preghiera, il Pane eucaristico. Papa Francesco ha inoltre invitato a vigilarere sulla pietà popolare  - essa è il sistema immunitario della Chiesa-, vigilare perché la pietà non venga strumentalizzata dalla presenza mafiosa.

Il secondo verbo basilare della vita del prete e del consacrato è accompagnare. Essere prossimi, vicini, ricchi di comprensione, di relazioni. Avere un cuore di padre e di madre.

Testimoniare, il terzo verbo. La gente cerca nei suoi ministri la testimonianza. Essere pastori non funzionari, testimoniare con la vita quanto si annuncia. La Chiesa sta dentro al mondo per farlo fermentare dal di dentro. Prima di essere sacerdoti si è diaconi, al servizio. No al carrierismo e al potere. Essere uomini e donne di speranza, fuggire ogni forma di doppiezza e di ipocrisia, essere testimoni di Gesù. L'incontro, interrotto spesso da applausi, si è concluso con la benedizione e con l'augurio di gioia e di speranza per tutto il popolo di Palermo.

Grazie Papa Francesco ! La tua visita a Palermo ci ha ridato forza, speranza, gioia e tanta voglia di camminare sulle orme di Padre Pino Puglisi nella semplicità, nella autenticità, nel coraggio e nella capacità di amare fino al dono della vita!

 

Rosalia Todaro

L’incontro con i giovani!

 

Piazza politeama, doveva essere l’incontro con i giovani, eppure ancora una volta una piazza piena di gente di tutte le età. Ancora una volta, una cornice stupenda nella mia Palermo. Il palco sapientemente allestito  proprio di fonte al viale della Libertà su cui arriva dritta la voce di Papa Francesco che indica ai giovani la strada da seguire. Mi risuonano le parole di papa Giovanni Paolo II “voi siete la luce del mondo” e su questa scia Papa Francesco invita i giovani a costruire delle radici forti, a costruire una propria identità anche attraverso il dialogo con i “vecchi”, a essere nel mondo per il mondo. Non usa mezzi termini, ma con la sua raffinata dolcezza arriva dritto al cuore indicando il modo concreto per non essere giovani, “gassosi”, sradicati: “Bisogna sporcarsi le mani… meglio essere Don Chisciotte che Sancio Panza”! Ci benedice e ci commuove tutti, Papa Francesco, perché con l’umiltà di sempre chiede scusa per avere parlato da seduto, le sue caviglie stanche non gli hanno consentito di stare in piedi.

 

Cettina Di Lorenzo