Summit in Vaticano, "la protezione dei minori nella Chiesa"

Si è concluso il 24 febbraio il summit sugli abusi sui minori in Vaticano. Al termine della Celebrazione eucaristica, le parole di Papa Francesco e gli otto punti su cui si dovrà concentrare il lavoro della Chiesa:

 

Cari fratelli e sorelle,

nel rendere grazie al Signore che ci ha accompagnato in questi giorni, vorrei ringraziare tutti voi per lo spirito ecclesiale e l’impegno concreto che avete mostrato con tanta generosità.

Il nostro lavoro ci ha portato a riconoscere, una volta in più, che la gravità della piaga degli abusi sessuali su minori è un fenomeno storicamente diffuso purtroppo in tutte le culture e le società. […] 

Teatro di violenze non è solo l’ambiente domestico, ma anche quello del quartiere, della scuola, dello sport e, purtroppo, anche quello ecclesiale. […]

Siamo, dunque, dinanzi a un problema universale e trasversale che purtroppo si riscontra quasi ovunque. Dobbiamo essere chiari: l’universalità di tale piaga, mentre conferma la sua gravità nelle nostre società, non diminuisce la sua mostruosità all’interno della Chiesa.

La disumanità del fenomeno a livello mondiale diventa ancora più grave e più scandalosa nella Chiesa, perché in contrasto con la sua autorità morale e la sua credibilità etica. Il consacrato, scelto da Dio per guidare le anime alla salvezza, si lascia soggiogare dalla propria fragilità umana, o dalla propria malattia, diventando così uno strumento di satana. Negli abusi noi vediamo la mano del male che non risparmia neanche l’innocenza dei bambini. Non ci sono spiegazioni sufficienti per questi abusi nei confronti dei bambini. Umilmente e coraggiosamente dobbiamo riconoscere che siamo davanti al mistero del male, che si accanisce contro i più deboli perché sono immagine di Gesù. Ecco perché nella Chiesa attualmente è cresciuta la consapevolezza di dovere non solo cercare di arginare gli abusi gravissimi con misure disciplinari e processi civili e canonici, ma anche affrontare con decisione il fenomeno sia all’interno sia all’esterno della Chiesa. Essa si sente chiamata a combattere questo male che tocca il centro della sua missione: annunciare il Vangelo ai piccoli e proteggerli dai lupi voraci.

Vorrei qui ribadire chiaramente: se nella Chiesa si rilevasse anche un solo caso di abuso – che rappresenta già di per sé una mostruosità – tale caso sarà affrontato con la massima serietà. Fratelli e sorelle: nella rabbia, giustificata, della gente, la Chiesa vede il riflesso dell’ira di Dio, tradito e schiaffeggiato da questi disonesti consacrati. L’eco del grido silenzioso dei piccoli, che invece di trovare in loro paternità e guide spirituali hanno trovato dei carnefici, farà tremare i cuori anestetizzati dall’ipocrisia e dal potere. Noi abbiamo il dovere di ascoltare attentamente questo soffocato grido silenzioso. […]

È difficile, dunque, comprendere il fenomeno degli abusi sessuali sui minori senza la considerazione del potere, in quanto essi sono sempre la conseguenza dell’abuso di potere, lo sfruttamento di una posizione di inferiorità dell’indifeso abusato che permette la manipolazione della sua coscienza e della sua fragilità psicologica e fisica. […]

L’obiettivo della Chiesa sarà, dunque, quello di ascoltare, tutelare, proteggere e curare i minori abusati, sfruttati e dimenticati, ovunque essi siano. La Chiesa, per raggiungere tale obiettivo, deve sollevarsi al di sopra di tutte le polemiche ideologiche e le politiche giornalistiche che spesso strumentalizzano, per vari interessi, gli stessi drammi vissuti dai piccoli.

È giunta l’ora, pertanto, di collaborare insieme per sradicare tale brutalità dal corpo della nostra umanità, adottando tutte le misure necessarie già in vigore a livello internazionale e a livello ecclesiale. È giunta l’ora di trovare il giusto equilibrio di tutti i valori in gioco e dare direttive uniformi per la Chiesa, evitando i due estremi di un giustizialismo, provocato dal senso di colpa per gli errori passati e dalla pressione del mondo mediatico, e di una autodifesa che non affronta le cause e le conseguenze di questi gravi delitti.

In tale contesto desidero menzionare le “Best Practices” formulate, sotto la guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, da un gruppo di dieci agenzie internazionali che ha sviluppato e approvato un pacchetto di misure chiamato INSPIRE, cioè sette strategie per porre fine alla violenza contro i bambini.

Avvalendosi di queste linee-guida, la Chiesa, nel suo itinerario legislativo, grazie anche al lavoro svolto negli anni scorsi dalla Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori e al contributo di questo nostro incontro, si concentrerà sulle seguenti dimensioni:

1. La tutela dei bambini: l’obiettivo primario di qualsiasi misura è quello di proteggere i piccoli e impedire che cadano vittime di qualsiasi abuso psicologico e fisico. Occorre dunque cambiare mentalità per combattere l’atteggiamento difensivo-reattivo a salvaguardia dell’Istituzione, a beneficio di una ricerca sincera e decisa del bene della comunità, dando priorità alle vittime di abusi in tutti i sensi. Dinanzi ai nostri occhi devono essere presenti sempre i volti innocenti dei piccoli, ricordando le parole del Maestro: «Chi invece scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che vengano scandali, ma guai all’uomo a causa del quale viene lo scandalo!» (Mt 18,6-7).

2. Serietà impeccabile: vorrei qui ribadire che «la Chiesa non si risparmierà nel compiere tutto il necessario per consegnare alla giustizia chiunque abbia commesso tali delitti. La Chiesa non cercherà mai di insabbiare o sottovalutare nessun caso» (Discorso alla Curia Romana, 21 dicembre 2018). […]

3. Una vera purificazione: nonostante le misure prese e i progressi fatti in materia di prevenzione degli abusi, occorre imporre un rinnovato e perenne impegno alla santità dei pastori, la cui configurazione a Cristo Buon pastore è un diritto del popolo di Dio. […]

4. La formazione: ossia le esigenze della selezione e della formazione dei candidati al sacerdozio con criteri non solo negativi, preoccupati principalmente di escludere le personalità problematiche, ma anche positivi nell’offrire un cammino di formazione equilibrato per i candidati idonei, proteso alla santità e comprensivo della virtù della castità. San Paolo VI nell’Enciclica Sacerdotalis caelibatus scrisse: «Una vita così totalmente e delicatamente impegnata nell’intimo e all’esterno, come quella del sacerdote celibe, esclude soggetti di insufficiente equilibrio psico-fisico e morale, né si deve pretendere che la grazia supplisca in ciò la natura» (n. 64).

5. Rafforzare e verificare le linee guida delle Conferenze Episcopali: ossia riaffermare l’esigenza dell’unità dei Vescovi nell’applicazione di parametri che abbiano valore di norme e non solo di orientamenti. Norme, non solo orientamenti. Nessun abuso deve mai essere coperto (così come era abitudine nel passato) e sottovalutato, in quanto la copertura degli abusi favorisce il dilagare del male e aggiunge un ulteriore livello di scandalo. In particolare sviluppare un nuovo approccio efficace per la prevenzione in tutte le istituzioni e gli ambienti delle attività ecclesiali.

6. Accompagnare le persone abusate: il male che hanno vissuto lascia in loro delle ferite indelebili che si manifestano anche in rancori e tendenze all’autodistruzione. […].

7. Il mondo digitale: la protezione dei minori deve tenere conto delle nuove forme di abuso sessuale e di abusi di ogni genere che li minacciano negli ambienti in cui vivono e attraverso i nuovi strumenti che usano. […]

8. Il turismo sessuale: il comportamento, lo sguardo, l’animo dei discepoli e dei servitori di Gesù devono saper riconoscere l’immagine di Dio in ogni creatura umana, a cominciare dalle più innocenti. […]

Permettetemi adesso un sentito ringraziamento a tutti i sacerdoti e ai consacrati che servono il Signore fedelmente e totalmente e che si sentono disonorati e screditati dai comportamenti vergognosi di alcuni loro confratelli. […].

Infine, vorrei sottolineare l’importanza di dover trasformare questo male in opportunità di purificazione. […]

Il risultato migliore e la risoluzione più efficace che possiamo dare alle vittime, al Popolo della Santa Madre Chiesa e al mondo intero sono l’impegno per una conversione personale e collettiva, l’umiltà di imparare, di ascoltare, di assistere e proteggere i più vulnerabili. […]

fonte: w2.vatican.va

Le relazioni del summit possono essere lette e ascoltate qui: www.pbc2019.org