Una “conversione alla fraternità”

Storie e riflessioni a margine dell’Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per la regione Pan-Amazzonica. Cosa succede oggi in Amazzonia? Uno sguardo alla storia per convertirci alla fraternità.

 

La deforestazione è un vecchio nemico dell’Amazzonia. Nella stragrande maggioranza dei casi la causa sono i roghi appiccati dagli esseri umani, sia legalmente (in aree già adibite all’agricoltura), che illegalmente, per disboscare i terreni e renderli adatti all’agricoltura o all’allevamento, aumentandone così il valore. Le conseguenze possono essere terribili per questa immensa distesa di foreste e per il clima dell’intero pianeta.

Per non parlare poi di ciò che lo sfruttamento petrolifero ha causato alle popolazioni indigene!

 

Si calcola che gli abitanti dell’Amazzonia ammontino a circa 34 milioni di persone di cui oltre tre milioni di indigeni, appartenenti a più di 390 gruppi etnici. Si tratta di popoli dalle culture più diverse, alcuni di discendenza africana, ma anche contadini, coloni, tutti comunque in una relazione vitale con la foresta e le acque dei fiumi. Secondo le ultime statistiche tuttavia aumenta anche la popolazione delle città. A causa dello sfruttamento petrolifero molti indigeni sono costretti ad abbandonare la foresta, la loro casa, per vivere in maniera disumana nelle periferie delle città. Si calcola che oggi tra il 70 e l’80% delle persone (circa 34 milioni) risiedano nelle città, molte delle quali non dispongono delle infrastrutture e delle risorse pubbliche necessarie per soddisfare le necessità della vita urbana.

Bellissima e grandiosa l’esperienza degli indigeni Waorani che hanno portato in tribunale il governo dell'Ecuador che voleva vendere 200mila ettari di Amazzonia all'industria petrolifera. Hanno vinto creando un precedente storico per i diritti di tutti i popoli indigeni.

“Camminiamo delicatamente sulle orme dei nostri antenati. Non vi permetteremo di entrare nella nostra terra”. Sono le chiare parole cantate a gran voce dalle donne del popolo indigeno Waorani, quando si sono ritrovate a combattere contro i giganti del petrolio che volevano appropriarsi e deturpare la foresta che chiamano casa da secoli – l’Amazzonia ecuadoriana. Una promessa che si è avverata, perché ora nessuno potrà entrare nei loro territori. La popolazione indigena Waorani si è battuta portando in tribunale il governo, e ha vinto in una sentenza storica. La sentenza ha effetto immediato e sospende qualsiasi possibilità di vendere le terre della comunità alle esplorazioni petrolifere e, soprattutto, rappresenta un precedente importantissimo per altre comunità indigene in Amazzonia che lottano per tenere il petrolio fuori dai propri territori.

Quanto abbiamo da imparare da questa popolazione indigena, che ha saputo lottare per i propri diritti!

C’è veramente tanto da fare! Intanto decidere di conoscere, di sapere cosa succede nel mondo, di mantenersi attenti e svegli... e fare ciò che è necessario fare.

E poi formare le coscienze, iniziando dalla propria: combattere l’avidità con la consapevolezza del vero bene e promuovere i valori umanizzanti del Vangelo.

Quale spiritualità può liberarci dai lacci della schiavitù del male se non quella illuminata di umanità?

 

Sonia Chiavaroli