Ho conosciuto Maria Teresa Contu negli anni 1958-59. Maria Teresa apparteneva alle Donne di Azione Cattolica di cui Don Guglielmo Giaquinta era Assistente Diocesano. Don Guglielmo intuì subito le doti di Maria Teresa, figlia di un grande giornalista aveva respirato da bambina l’aria del giornalismo di valore, infatti Raffaele Contu, il padre, nato a Tortoli (CA), autodidatta, letterato, giornalista, è stato il primo in Italia a tradurre in forma divulgativa la teoria di Einstein nel libro “Dalle stelle agli atomi”. Tradusse dal francese Paul Valery con il quale ebbe un lungo rapporto intellettuale; è stato direttore del quotidiano “L’Unione sarda” negli anni venti. Trasferitosi a Roma divenne direttore della prima rivista di divulgazione scientifica “Scienza e vita”, Maria Teresa assorbì queste esperienze con tutta la sua intelligenza e l’affetto filiale e divenne una persona di cultura sensibile e aperta. La mamma, Maria Cau, una donna dolcissima e sempre sorridente, ha saputo educare cinque figli, seguendo ciascuno secondo il proprio carattere e le proprie predisposizioni. Ho fatto con lei un bellissimo viaggio a Lourdes, con don Guglielmo ed insieme abbiamo pregato a lungo la Vergine Maria.
Don Guglielmo conobbe Maria Teresa e ne intuì le grandi doti. Egli era convinto che la cultura avrebbe grandemente giovato alla diffusione della spiritualità. E così con un piccolo drappello di giovani del Movimento Pro Sanctitate - Maria Antonietta Pascarella, Anna Maria Bisogno, Maria Teresa e la sottoscritta - fondò alcune riviste “pro sanctitate”: il “Segnalatore Ascetico”, “Oggi domani” e anche le edizioni Pro Sanctitate. Maria Teresa entrò in modo sempre più concreto e profondo nel nostro Movimento: Cooperatrice storica, fu fedelissima al carisma Pro Sanctitate e fedelissima figlia spirituale del Fondatore. Negli anni 2000 ricostruimmo le edizioni Pro Sanctitate con pregevoli testi che si meritarono gli elogi di P. Gino Concetti, autorevole redattore de “L’Osservatore romano”.
Con me ha stretto una amicizia ricca di tenerezza, capace di profonda condivisione, una amicizia che ha raggiunto una grande comunione.
Ho potuto pregare con lei e per lei negli ultimi giorni di vita: la preghiera semplice dell’Ave Maria, dell’Angelo di Dio, preghiere fatte di sospiri d’amore.
Ci siamo congedate dicendoci “Arrivederci” e mentre lei partiva per il cielo, io affrontavo una grave operazione al cuore. Le mie ultime parole sono state “Maria Teresa!”, la sua risposta “Sì”.
Ninni
Maria Mazzei