Pasqua nel tempo del Coronavirus

S. Pasqua 2020

                                              Mater mea, fiducia mea                 

                             

Suona Jacopo, suona sui tetti di Roma.

Suona Jacopo, suona tutti i giorni di questa quarantena, non ci lasciare da soli.

Suona Jacopo dinnanzi ad una Piazza Navona vuota. Ci sono una ventina di persone oggi in piazza per te, distanti come abbiamo imparato a stare, distanti fisicamente ma il loro cuore scoppia, ne sono sicura.

Suona Jacopo Mastrangelo e il video diventa virale su YouTube, Jacopo suona ripreso dal padre e racconta che lui è la fonte della sua arte e della sua ispirazione. Il padre musicista e lui che da piccolo prende la chitarra e poi la batteria e poi altro per imparare, per suonare, per sentire la vita.

Al bordo della terrazza sventola la bandiera italiana.  

Suona Jacopo, sei giovane, forte, bello, mentre suoni vediamo in te tutti i nostri ragazzi, tutte le loro risorse.

Ognuno di noi sceglierà la sua melodia. E la useremo poi per non dimenticare.

Questo suono di Jacopo, che forse già avete avuto occasione di ascoltare in rete, voglio usarlo per gli auguri di questa Santa Pasqua 2020.

Mi piace molto di più di un “andrà tutto bene”, ha il gusto del “siamo tutti qui”, in piedi, piangiamo per il dolore di chi soffre, guardiamo sgomenti le fosse comuni dei poveri nel Bronx, nel paese che si presenta come faro del mondo, pensiamo che saranno i  poveri ad essere accolti per primi nelle braccia del Signore risorto, e poi ringraziamo intimamente chi lavora mettendo a rischio la propria vita compiendo il salto logico della vita santa, pensare prima agli altri che a se stessi. 

E poi preghiamo incessantemente che, non per un hastag o per un passaparola,  ma per la durezza di questa prova, la prova stessa sia l’inizio della conversione.

Suona Jacopo, suona sopra i tetti di Piazza Navona, la piazza  vuota,  dice Jacopo, fa più paura di un concerto affollato, la piazza è vuota di persone, Jacopo, ma è piena di senso come tutte le altre piazze paralizzate nel mondo.

E’ Il senso della fragilità e dell’accadimento improvviso.

Sta succedendo qualcosa di inverosimile… sull’autostrada mentre correvi in rettilineo è apparsa una gigantesca deviazione e ha travolto il futuro immaginato, programmato, già acquistato.

E’ arrivato qualcosa senza il nostro permesso, ci ha convocato come un’interrogazione non programmata e abbiamo sentito un nodo in gola come uno studente con il libro intonso, mai aperto, un dolore forte alla bocca dello stomaco, un giramento di testa, un mostro che aspettava da tempo dietro la porta della classe.

E abbiamo incontrato in casa la nostra ombra, accorgendoci di vivere fuori, di fretta, disattenti.

La parte più scioccante del virus per i sani è la decelerazione, la lunghezza e la profondità nel tempo a disposizione. La ricomposizione del cubo di Rubik senza tutorial.   

Cosa pensiamo oggi di noi? E della nostra comunità di fede? Allentati i vincoli del reale cosa rimane?

Credo moltissimo.

E non perché andrà tutto bene. Anzi molte cose stanno andando malissimo.   

Rimane la fede. 

“Alzatevi e levate il capo. Muovetevi.

Fate qualcosa, il mondo cambierà.

Anzi, sta già cambiando.

Non li vedete i segni dei tempi?

Gli alberi mettono già le prime foglie.

E sul nostro cielo il rosso di sera non si è ancora scolorito.

Qui sulla terra è l’uomo che attende il ritorno del Signore.

Lassù nel cielo è il Signore che attende il ritorno dell’uomo.

Ritorno che si potrà realizzare con la preghiera, con la vita di povertà, di giustizia, di limpidezza, di trasparenza, di amore, con la testimonianza evangelica e con una forte passione di solidarietà”.

(Tonino Bello, Vescovo)


Quando il pericolo finirà, trovi una comunità Pro Sanctitate più consapevole di operare per la misura alta della vita cristiana.   

Quando il pericolo finirà, ci trovi capaci di una nuova forma di cura e di custodia dei fratelli, specialmente di quelli che più avranno sofferto.

Quando il pericolo finirà, ci trovi a celebrare la liturgia come una grande festa, dopo essere stati a lungo distanti, “acciughine spirituali, spellate e sfilettate”.  

La rivoluzione ha bisogno certamente di pensiero, di attività e di strutture ma ha esigenza essenziale in primo luogo di persone che cerchino di camminare insieme verso la perfezione dell’Amore.

Possa questa Santa Pasqua aiutarci a trovare il nostro cuore che brucia, la nostra voce che grida senza riposo ai fratelli, quanto ci ami Signore.  

O morte dov’è la tua vittoria? O morte, tu non sei più l’ultima parola sulla vita. 

Il Signore è risorto.  

Padre Guglielmo stai con noi e prega per il mondo.

                                              

Nicoletta Sechi e la Direzione Nazionale Italia