LOUISE GLUCK, PREMIO NOBEL ALLA LETTERATURA

L’Accademia svedese che conferisce il premio Nobel, ha quest’anno deciso di premiare la poetessa statunitense Louise Gluck. La poetessa, nata a New York nel 1943 da genitori ebraico-ungheresi, insegna poesia all’università di Yale ed è poco conosciuta a livello internazionale.

Nella sua patria però è da sempre molto apprezzata tanto da ricevere in passato altri prestigiosi premi come il Premio Pulitzer per la poesia per la sua raccolta L’iris selvatico nel 1993, il titolo di poeta laureato degli Stati Uniti nel 2003 e il National Book Award per la poesia nel 2014.

 

Anders Olsson, presidente del comitato svedese, nel fare il nome di Louise Gluck ha parlato della “voce minimalista, schietta e intransigente, piena di umorismo e di arguzia pungente” che è propria della poetessa. L’Accademia l’ha dunque scelta “per la sua inconfondibile voce poetica che con l’austera bellezza rende universale l’esistenza individuale”: una poesia che entra nel cuore della vita privata e familiare.

Gluck nel corso della sua carriera poetica ha scritto 12 raccolte di poesie, oltre a varie raccolte di saggi di critica letteraria. Nella sua poetica si possono individuare alcuni temi ricorrenti: uno di questi riguarda il mondo della mitologia greca (vengono infatti citati personaggi come Didone ed Enea, Persefone come exemplum di donne tradite). Un altro tema fondamentale è rappresentato dal trauma; spesso, infatti, la poetessa parla infatti di morte, di perdita, di rifiuto, del fallimento delle relazioni: anche quando utilizza immagini tradizionalmente felici, Gluck sottintende una profonda consapevolezza della mortalità e della perdita dell’innocenza.

Altro tema comune nella poetica di Louise Gluck è il desiderio: sentimento che emerge dal rapporto tra le forze opposte della vita e della morte. Tale desiderio si esplicita in varie forme (desiderio di amore, di attenzione, di verità) e trova manifestazione concreta nei personaggi che compaiono nelle poesie e che conferiscono un approccio vario e diversificato a ciascuna raccolta delle sue poesie.

Un’altra caratteristica tematica è quella della natura, ambientazione di molte delle sue poesie: in L’iris selvatico, le poesie sono ambientate in un giardino in cui i fiori parlano, sono esseri pensanti e con voci emotive. La natura costituisce quindi un sistema di simbolismo significativo.

In conclusione, si propone di seguito una poesia tratta dalla raccolta L’iris selvatico intitolata Mattutino:

 

 

 

Vedo che con te è come con le betulle:

non mi è concesso parlarti

alla maniera personale. Molto

c’è stato fra noi. O

fu sempre solo

da una parte? Sono

in torto, in torto, ti ho chiesto

di essere umano: non sono più bisognosa

di altri. Ma l’assenza

di ogni sentimento, della minima

cura per me… tanto vale che continui

a rivolgermi alle betulle,

come nella mia vita precedente: facciano

pure il peggio, mi

seppelliscano con i romantici,

le foglie gialle a punta

cadano e mi coprano.

 

 

 

Claudia Torrisi