Un Germoglio nel Prato

Al centro: Guglielmo Giaquinta, giovane sacerdote
Al centro: Guglielmo Giaquinta, giovane sacerdote

Lo guardi ammirato e ti chiedi: ma quel seme chi l’ha portato in questa zolla? Forse il volo di una farfalla o di un uccello o l’impeto del vento autunnale. Forse, ma non lo sai. Conosci tu come spunta la vocazione sacerdotale? E’ un mistero e ora voglio raccontarti il mio mistero.

 

Frequentavo con gioia la mia parrocchia, sul Casilino, e anzi ero anche esploratore. Ma di farmi prete non se ne parlava. Dovetti iscrivermi tra gli avanguardisti, e ogni volta che passavo  davanti alla mia chiesa sentivo uno struggimento nell’anima. Ma di farmi prete neppure l’ombra.

 

Imparai a marinare la scuola e santificavo l’assenza raccogliendo francobolli vecchi per le missioni. Ma di farmi prete non se ne parlava. La marachella urtò mio padre, il quale decise di mettermi a scuola dai preti. Cosa strana: nell’istante in cui io varcai la soglia di quella scuola ebbi la certezza che dovevo  diventare prete. Certezza che non è più svanita.

 

 Da dove quel seme spuntato solitario in un prato non coltivato? È il mistero di Dio che noi dobbiamo solo ammirare senza pretendere di poterlo spiegare. È la vocazione sacerdotale.

 

                                                                        Guglielmo Giaquinta da  - “Il Massimalismo”, n. 9, febbraio 1989