Gender: la prima ideologia del terzo millennio

Abbiamo bisogno di informarci, di ragionare e comprendere i cambiamenti che incombono. Non è un optional oggi quella formazione delle coscienze auspicata dal nostro fondatore già molti anni fa. Il 19 aprile a largo Arbe, Roma, ci siamo incontrati tra amici, per approfondire, per andare oltre il "che male c'è?", ed abbiamo invitato a parlarci Tony Persico, del Movimento per la Vita. Per capire le notizie di cronaca (il ddl sulle unioni civili, la diffusione dell'educazione di genere nelle scuole per l'infanzia, ...) occorre riconoscere il percorso culturale che ha condotto agli eventi odierni, una vera e propria strategia.

Pubblichiamo gli appunti messi a disposizione dal relatore.

Radici recenti

Sebbene il movimento lgbt (lesbiche, gay, bisessuali, trans) si impegni nel rivendicare radici storiche lontane (l’omosessualità greco-romana, per esempio) le sue origini sono molto più vicine. Il movimento politico per i diritti degli omosessuali infatti parte parallelamente alla rivoluzione sessuale degli anni ’60 e ’70 negli Stati Uniti(1). Il movimento nasce sotto la stella della “contestazione pubblica”, ma le manifestazioni del “gay pride”, la diffusione dell’AIDS (2), lo stigma sociale (3), l’impostazione marxista, si tramutano in un fallimento politico. Il movimento lgbt si impone un ripensamento della strategia politica.

Negli anni ’80 inizia l’elaborazione di una propria identità politica, fatta di fasi e obiettivi specifici. Esce al termine di questo periodo di organizzazione uno dei testi chiave: After the ball (4), letteralmente “dopo il baccanale”. Ogni ideologia ha bisogno del suo “libretto” rivoluzionario. Il primo obiettivo è latente e punta sulla pigrizia critica dell’opinione pubblica: raggiungere l’indifferenza: “abbiamo in mente una strategia (…)manipolativa. Non bisogna tentare di convincere la gente direttamente che l’omosessualità sia una cosa buona. Ma se riuscite a far pensare che sia solo qualcosa che non merita altro che un’alzata di spalle, allora la vostra battaglia per i diritti giuridici e sociali è praticamente vinta”. Occorre convincere la società che “ i più moderni e “aggiornati” cittadini accettano o addirittura praticano l’omosessualità (…). La cosa più importante è parlare di omosessualità fino a quando la questione diventa completamente noiosa”. La Homosexual agenda per gli anni ’90 viene attraverso principi, azioni da compiere, atteggiamenti per la stampa ecc. (5) Alcuni punti rilevanti sono:

Parlare dei gay il più frequentemente possibile (desensibilizzazione)

Dipingere i gay come vittime e non come provocatori aggressivi

Offrire ai difensori dei gay una “giusta causa” (advocacy)

Dipingere i gay come “buoni”

Dipingere chi contesta i gay come “cattivi” (grippaggio)

Ottenere fondi (6)

L’altro testo di riferimento, “Questioni di genere” (7), fornisce i capisaldi della vera e propria “teoria gender” affermando la necessità di superare l’eterosessualità. La distinzione tra maschio e femmina è considerata storicamente colpevole per aver discriminato gli altri generi: non conta la determinazione biologica ma l’identità sessuale in cui l’individuo si “identifica”. Lo stesso acronimo lgbt è stato più volte ampliato per comprendere ulteriori generi via via “identificati”: ad oggi Facebook permette di compilare apertamente il proprio genere combinando dieci termini differenti! (8)

Un programma pratico

Il disegno di legge presentato dal deputato PD Scalfarotto riassume al primo articolo la complicata articolazione gender che i movimenti lgbt vorrebbero introdurre nell’ordinamento: “identità sessuale: l’insieme, l’interazione o ciascuna delle seguenti componenti: sesso biologico, identità di genere, ruolo di genere e orientamento sessuale” (9). Inserire questa concezione nell’ordinamento è solo il primo passo. Una volta raggiunta l’indifferenza dell’opinione pubblica, le istituzioni politiche sono poste sul “piano inclinato”: il programma politico dell’ideologia di gender. Il programma prevede passaggi successivi sufficientemente graduali tali da non lacerare l’opinione pubblica. Il linguaggio adoperato è ancora una volta quello dei diritti, cioè della rivendicazione e del riconoscimento:

Riconoscimento legale (omofobia)

riconoscimento culturale (educazione)

riconoscimento delle convivenze

riconoscimento del matrimonio

estensione del diritto familiare (stepchild adoption)

possibilità di adottare figli

estensione della genitorialità (maternità surrogata)

In questo quadro vanno letti gli episodi riguardante il ddl Scalfarotto (aggravante di omofobia), la strategia nazionale contro le discriminazioni e il ddl Fedeli (educazione gender nelle scuole), il manuale di comunicazione per i giornalisti (manipolazione del linguaggio), rimozione delle parole “madre” “padre” (modifiche amministrative), e in ultimo il ddl Cirinnà (adozioni gay).

Nemici ed alleati

Ogni rivoluzione ha bisogno di un nemico... Per il movimento lgbt il primo nemico della lista è la “famiglia”. Alla lista dei nemici si aggiunge ogni istituzione che sia promotrice della famiglia e dei suoi valori: la Chiesa Cattolica, il Papa, partiti politici, associazioni di volontariato (MPV), aziende (vedi caso Barilla), giornalisti (vedi convegno Miriano a Milano)... Paradossalmente anche la scienza è divenuta un nemico latente per gli attivisti lgbt: la teoria del gender non ha infatti alcuna base scientifica (10). Ogni volta che uno studio o una ricerca smentisce i dettami del gender la macchina mediatica lgbt è pronta a smentite e accuse “omofobiche”. Infine in uno strano percorso a doppio senso anche la natura, la semplice natura delle cose, è divenuta un limite e un ostacolo da rimuovere: da una parte si giustifica l’omosessualità “perché presente in natura” dall’altra si cerca la rimozione della “famiglia naturale” formata da uomo e donna.

Anche se può essere definita la prima ideologia del terzo millennio i metodi restano gli stessi di tutte le ideologie. Abbiamo già visto il “libretto viola” a cui si aggiungono in ordine sparso delegittimazione, mistificazione, proscrizione. La prima delegittimazione è lessicale. Ad un certo punto il movimento lgbt ha diffuso il concetto che “la famiglia non esiste”, al contrario esistono le “famiglie”. L’idea di famiglia universalmente riconosciuta, persino dall’ONU (11), è vecchia, “tradizionale”, obsoleta, da rovesciare. I principi che regolano l’identità di genere si sono diffusi anche nel diritto internazionale, i principi di Yogyakarta (12), e sono stati presentati all’ONU e al Consiglio d’Europa. Ad esempio il principio n. 24 afferma che “esistono diverse forme di famiglie. Nessuna famiglia deve essere discriminata sulla base dell’orientamento o dell’identità di genere dei suoi membri”.

Se da una parte non stupisce che la “sinistra”, orfana dell’ideologia del Novecento abbia presto sposato l’ideologia gender, stupisce il consenso del capitalismo internazionale. Occorre un passaggio cruciale per capire la identità d’intenti tra movimento lgbt e capitalismo: solo così è possibile capire il sostegno di multinazionali e think tank liberali come Facebook, Apple, Ikea, Bill & Melinda Gates Foundation. Lo scrittore francese Michel Houellebecq, quello sulla copertina di Charlie Hebdo il giorno degli attacchi terroristici di Parigi per intenderci, vent’anni fa scriveva: “Fa un certo effetto osservare come spesso la liberazione sessuale venisse presentata sotto forma di ideale collettivo mentre in realtà si trattava di un nuovo stadio dell'ascesa storica dell'individualismo. Coppia e famiglia rappresentavano l'ultima isola di comunismo primitivo in seno alla società liberale. La liberazione sessuale ebbe come effetto la distruzione di queste comunità intermedie, le ultime a separare l'individuo dal mercato. Un processo di distruzione che continua oggigiorno” (13). Il filosofo marxista Fusaro ha precisato che “queste lotte per i gay non hanno nulla a che vedere con le lotte per il giusto riconoscimento del diritto alla differenza, ma rivelano un odio anti-borghese verso la famiglia tradizionale e quindi sono totalmente allineate con il capitalismo che deve distruggere la famiglia tradizionale perché è pur sempre una prima forma di comunità. Il capitale non accetta la comunità vuole solo individui consumatori, atomi di consumo. Bergoglio [...]è l’unico che parla ancora di critica dell’alienazione, di difesa della dignità del lavoro, di difesa della natura umana corrotta dalle logiche del capitalismo” (14).

Una risposta cristiana

Come cristiani siamo chiamati a distinguere sempre la persona dal male che la persona può commettere (15). Il celebre e mistificato “chi sono io per giudicare” di Papa Francesco va visto nella sua integralità: “Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla? Il catechismo della Chiesa cattolica dice che queste persone non devono essere discriminate ma accolte. Il problema non è avere queste tendenze, sono fratelli, il problema è fare lobby” (16). Allo stesso tempo papa Francesco pone il problema “se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa. Eh, rischiamo di fare un passo indietro. La rimozione della differenza, infatti, è il problema, non la soluzione” (17).

Conoscere la strategia del movimento lgbt consente di agire sui nodi che il movimento intende nascondere:

mostrare la violenza dell’attivismo lgbt (come dimostrano le aggressioni alle manifestazioni delle “sentinelle in piedi”)

mostrare i comportamenti di censura;

evidenziare la rappresentazione distorta della società (18);

sottolineare l’azione di lobby e le forme di “omofascismo”;

evidenziare le forme di discriminazione interna;

rendere evidente l’agenda e le finalità nascoste del movimento;

approfondire la riflessione politica e filosofica (19).

Per dirla con Chesterton: “Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. [...] Noi ci ritroveremo a difendere non solo le incredibili virtù e l'incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili” (20)

 

19 aprile 2015

Tony Persico

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

1 Il binomio “ artificialità e sessualità” sarà un elemento ricorsivo: la rivoluzione sessuale inizia con l’associazione tra contraccezione e sessualità mentre l’ideologia gender lo traduce in procreazione assistita/surrogata e sessualità.

2 Emblematica l’affermazione del pittore omossessuale Keith Haring: “ho anche vissuto a New York negli anni del culmine della promiscuità sessuale. Se non prenderò l'AIDS io, non lo prenderà nessuno” (Discorso di inaugurazione del Pop Shop. Tokyo. 1988). Morirà di AIDS nel 1990.

3 Vedi per esempio la vicinanza con associazioni pedofile. È utile leggere la voce di wikipedia relativa alla NAMBLA (North American Man/Boy Love Association).

4 Kirk, Marshall; Madsen, Hunter. After the ball: how America will conquer its fear and hatred of gays in the '90s. Doubleday. 1989

5 Vedi Il manuale di strategia della "rivoluzione gay" Link: http://www.documentazione.info/il-manuale-di-strategia-della-rivoluzione-gay 

6 Negli USA la raccolta fondi è un capo saldo di qualsiasi attività politica (dalle elezioni di quartiere alla corsa per la casa bianca)

7 Judith Butler. Gender Trouble. Feminism and the Subversion of Identity. 1990. Trad. It. Questione di genere. Il femminismo e la sovversione dell'identità. Laterza. 2013.

Questo vuol dire milioni di combinazioni possibili. Cfr Marco Viviani. Facebook, anche in Italia libertà di genere. Link:

http://www.webnews.it/2015/02/27/facebook-gender/

9 Sempre nello stesso articolo si specifica cosa si intende per « identità di genere »: la percezione che una persona ha di sé come uomo o donna, anche se non corrispondente al proprio sesso biologico; « ruolo di genere »: qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse all’essere uomo o donna; « orientamento sessuale »: l’attrazione emotiva o sessuale nei confronti di persone dello stesso sesso, di sesso opposto o di entrambi i sessi.

10 Vedi il caso del “paradosso norvegese”. Documentario di Harald Meldal Eia: Hjernevask (Brainwashing - The gender equality paradox) Link: https://www.youtube.com/watch?v=2qx6geFpCmA.

11 Cfr Dichiarazione dei Diritti Universali dell’Uomo 1948. Art. 16: 1. Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione [...] 3. La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.

12 “The Yogyakarta Principles on the Application of International Human Rights Law in Relation to Sexual Orientation and Gender Identity” elaborate nel 2006. Link: http://www.yogyakartaprinciples.org/ .

13 Michel Houellebecq, Le particelle elementari .1998. Trad. It. Bompiani. 2005.

14 Fusaro: “Le Unioni civili le vuole il capitalismo” . Intervista di Andrea Barcariol. Intelligo News. Link: http://www.intelligonews.it/articoli/24-giugno-2014/18053/fusaro-le-unioni-civili-le-vuole-il-capitalismo-apertura-della-merkel-un-cavallo-di-troia

15 Cfr Ef 6, 10-20.

16 Papa Francesco. Conferenza Stampa dopo il viaggio a Rio de Janeiro. Luglio 2013.

17 Papa Francesco. Udienza generale 15 aprile 2015.

18 Secondo Eurispes la percentuale di italiani favorevole alla “la tutela giuridica delle coppie di fatto indipendentemente dal sesso dei partner” è scesa dal 78 al 64 % tra il 2014 e il 2015 (Rapporto Italia 2015). Secondo l’ultimo sondaggio (aprile 2015) di Lorien Consulting gli italiani favorevoli al ddl Cirinnà sono il 47%.

19 Nell’Udienza generale del 15 aprile 2015 il Papa ha chiesto uno specifico impegno agli intellettuali. Non bisogna aver paura del “marxismo di ritorno” cioè della natura anti-consumista (anti-capitalistica) dell’opposizione al gender: non si tratta di una opposizione religiosa, ma laica e civile.

20 G.K. Chesterton. Eretici. Lindau. (1905) 2010.