Vogliono ridefinire ideologicamente la famiglia: da oggi saremo in prima linea

Non che avessi dubbi, ma ogni giorno si accresce la certezza che la guerra dichiarata al cristianesimo, alla sua radice culturale, al suo fulcro – la famiglia -  e al suo futuro, diventa sempre più cruenta, diretta, esplicita.

Oggi dobbiamo fare i conti in casa con la nuova frontiera dell’anticristianesimo, l’approvazione da parte della Commissione giustizia del Senato del DdL Cirinnà sulle Unioni civili che di fatto le equipara al matrimonio.

La scusa, sempre la stessa, è quella di garantire i diritti dei conviventi, una scusa appunto, la maggior parte dei diritti reclamati sono già disponibili per intervento di leggi specifiche o di sentenze giurisprudenziali, anzi esiste già in parlamento un disegno di legge, a prima firma Maurizio Sacconi, che riunisce questi diritti già oggi esercitabili e li mette in un testo organico e armonico.

Allora qual è il senso di questo ennesimo attacco? Direi che è evidente l’intento di ridefinire ideologicamente la famiglia, con lo sradicamento della filiazione dal padre e dalla madre; questo di fatto è il primo passo che apre la strada alle adozioni da parte di persone dello stesso sesso, nel testo si dice, infatti,  che un adulto può adottare il figlio del proprio compagno. Manna dal cielo per l'Unione europea  che non aspetta altro per imporci, come già fatto in altri paesi, il riconoscimento delle adozioni gay in via universale bollando come ipocrisia dire che una coppia omosessuale può adottare un minore già interno alla coppia, ma non un minore esterno.

Et voilà les jeux sont faits.

Ora però tocca a noi cari amici, senza tentennamenti, senza se e senza ma, senza paura, senza pietismo, senza nascondersi dietro il dito del … “cerchiamo di capire”. 

Noi siamo quelli che hanno accolto il carisma della universale chiamata alla santità, in cui ogni individuo ricerca la sua origine divina e riconosce in Gesù il modello a cui tendere. Sì Gesù, il figlio di Dio, anche Lui per crescere in modo equilibrato ha “avuto bisogno” di una mamma femmina e di un papà maschio, una famiglia appunto in cui riconoscere la propria vocazione “umana”.

Noi siamo quelli a cui il nostro Padre Fondatore, il Servo di Dio Guglielmo Giaquinta, si rivolgeva per dire che “è famiglia naturale e soprannaturale il piccolo nucleo consacrato dal sacramento del matrimonio…” e quindi da oggi, se per caso ieri siamo stati tiepidi, da oggi saremo in prima linea a riaffermare il nostro credo. Certo con le nostre “armi”, la fede, la preghiera, la testimonianza ma soprattutto la verità. Non indietreggeremo di fronte a nessuno, non ci lasceremo condurre da nessuno, non faremo finta di non sentire, ma proclameremo il nostro credo, fedeli alla nostra vocazione, e nel rispetto dei nostri martiri che per essere di Cristo muoiono in ogni angolo del mondo. Combattiamo sempre per la nostra rivoluzione, la rivoluzione dell’amore. 

28/03/2015

VINCENZO FLORINDI

PRESIDENTE INTERNAZIONALE PRO SANCTITATE