Nella solitudine, accoglienza

Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.

Matteo 25, 40

 

 

Cristo, i fratelli li ha amati ‘non per giuoco’, ed è morto in croce per essi; la fraternità cristiana non può trovarti soddisfatto e indifferente.

Questo perché è in Cristo che gli uomini sono tuoi fratelli e quanto più essi ti passano o ti vengono accanto, tanto più Cristo si avvicina a te.

 

Guglielmo Giaquinta, Fraternità

 

 

Le parole del Fondatore, ascoltate oggi, ci richiamano ad una verifica esigente della nostra adesione al Vangelo e all'insegnamento del Maestro.

Nella indifferenza, dialogo

Tuo fratello

 

Il bisogno che ha oggi tuo fratello,

potrebbe essere domani il tuo;

l’aiuto che vorresti avere tu domani

dàllo oggi a tuo fratello;

E' nel dialogo, nel cercare di capire gli altri

e nella molta pazienza che si costituisce la fraternità;

Le sole parole non costruiscono la fraternità,

ma il molto parlarne crea un ambiente favorevole ad essa;

Un solo corallo non può formare un’isola,

ma molti banchi di corallo formano un atollo;

un gesto di fraternità può sembrare inutile,

ma può anche essere l’inizio di, una enorme catena di fraternità

capace di trasformarsi in una struttura sociale.

 

Guglielmo Giaquinta, La rivolta dei Samaritani

 

Nella disperazione, fiducia

La disperazione è la negazione radicale, l’uccisione, la morte della speranza. In che modo si vince la disperazione se non attraverso la speranza, se non attraverso l’abbandono nelle mani di Dio, se non attraverso questo sguardo del domani, che apparentemente sembra senza luce e senza scopo, alla luce del divino?

Umanamente parlando non c’è nulla, soprannaturalmente parlando c’è tutto, perché noi abbiamo fede in Dio, l’amore per Lui, la fiducia in Lui.

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Nella malattia, consolazione

In poche parole di commento ad un versetto del Vangelo di Giovanni, Guglielmo Giaquinta fa emergere la radice della speranza cristiana: l'essere figli, mai abbandonati.

 

    « Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi ». Gv 15,18

 

E’ una delle realtà e dei misteri più consolanti e affascinanti. Non siamo soli, orfani, giacché il Signore è con noi, nel nostro cammino, nella nostra vita, nella nostra storia.

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Nella povertà, condivisione

Il Natale alle porte ci ricorda che Gesù ha scelto di nascere povero e di condividere con l’uomo la fatica dell’indigenza, del pericolo, del rifiuto.

Le parole di Guglielmo Giaquinta ci spingono a riconoscere la povertà, materiale e spirituale, che incontriamo e che viviamo e a cercare una risposta fraterna.

Nella logica della condivisione tutti traggono beneficio: il povero che riceve, il ricco che impara l’arte di donare.

La reciprocità autenticamente vissuta è la manifestazione della provvidenza di Dio sulla terra.

  

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Nel peccato, misericordia.

La vita dei santi non è la vita dei perfetti, degli uomini arrivati, ma dei fratelli in cammino. Il fiore della misericordia, colora e ravviva il deserto del peccato.

 

Forse non tutti sanno che San Francesco Saverio aveva una sorella clarissa, la quale aveva dei fenomeni straordinari, però era molto amareggiata per il fatto che cadeva sempre in determinati difetti e non riusciva perciò ad andare avanti, stava sempre allo stesso punto e le stesse imperfezioni non si allontanavano mai da lei.

In sostanza: accanto alle rivelazioni, alle visioni, ai sogni profetici, aveva una vita di imperfezione piuttosto pesante, perché non riusciva a superare determinati ostacoli.

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Sia gioia nel deserto!

“Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa” (Isaia 35, 1).

Due parole chiave: deserto e speranza, la prima indica la realtà nella quale ci troviamo a vivere; la seconda indica le possibilità di bene e di cambiamento già presenti in essa. In risposta alle indicazioni dell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium ed inserito nel percorso formativo quinquennale che il Movimento Pro Sanctitate si propone e propone di vivere, il tema della Giornata della Santificazione Universale di quest’anno esprime un aspetto fondamentale della svolta iniziata con il Concilio Vaticano II.

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La Giornata della Santificazione Universale - Vincenzo Florindi a Radio Vaticana

 

 

 

 

Il 1 Novembre 2016, in occasione della Giornata della Santificazione Universale, Federico Piana, giornalista di Radio Vaticana, ha raggiunto al telefono Vincenzo Florindi, Presidente Internazionale del Movimento Pro Sanctitate.

 

Ascolta l'intervista

Nel deserto, semi di speranza

Quando penso alle situazioni negative che ci sono nel mondo,

nella Chiesa, nelle nostre anime, come reazione,

piuttosto che abbandonarmi al pessimismo,

cerco dei punti di appoggio verso i quali orientare

e con i quali nutrire la mia speranza.

Alla luce della speranza, che è lo sguardo della fede nel domani,

l’anima si apre alla serenità, alla gioia, alla certezza.

La speranza è virtù che dilata le potenze dell’anima

e le fibre del cuore. 

(Guglielmo Giaquinta, La speranza, 1967)

 

Il deserto è un luogo fisico concreto. Facile da immaginare. È il luogo della privazione, del bisogno, della fatica, della miseria, della sofferenza e, talvolta, della morte.

Ce lo insegna la memoria biblica del popolo di Israele che per 40 anni ha vissuto e vagato nel deserto; ce lo potrebbero raccontare le 120.000 persone, che secondo le stime dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), nel 2015 hanno attraversato la rotta del Niger che collega l’Africa sub-sahariana all’Algeria. Ce lo potrebbero descrivere, il deserto, quelli di loro che sono sopravvissuti, perché un numero ignoto di essi, nel deserto ha trovato la morte.

Nel deserto, semi di speranza. È il tema della Giornata della Santificazione Universale 2016.

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La speranza cristiana

La speranza cristiana non è semplicemente un desiderio, un auspicio, non è ottimismo: per un cristiano, la speranza è attesa, attesa fervente, appassionata del compimento ultimo e definitivo di un mistero, il mistero dell’amore di Dio, nel quale siamo rinati e già viviamo. Ed è attesa di qualcuno che sta per arrivare: è il Cristo Signore che si fa sempre più vicino a noi, giorno dopo giorno, e che viene a introdurci finalmente nella pienezza della sua comunione e della sua pace. La Chiesa ha allora il compito di mantenere accesa e ben visibile la lampada della speranza, perché possa continuare a risplendere

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