"Il termometro dell’amore di Dio è l’amore del prossimo: amiamo dunque quanti attorno a noi portano nel loro essere l’immagine del Signore. L’amore del prossimo è fatto di comprensione, di dolcezza, di pazienza, di generosità: è amore che non giudica, non maligna, non mormora, non calunnia; che sa compatire e scusare il debole che cade, pur condannando il peccato e guardandosi da chi vuole nuocere; sa aspettare e sperare con sano ottimismo e non spezza la canna incrinata né spegne il lucignolo fumigante. È amore che non osserva solo le grandi linee, cura il dettaglio con delicatezza materna e che tutto dà - Gesù ha dato la vita - e a tutti si estende - Egli ha perdonato sulla croce. È amore che è compassione affettiva ed effettiva per chi soffre e dolora, che è gioia per chi della gioia sente il bisogno. È amore, soprattutto, che è irradiazione dell’amore divino. Fare del bene a tutti, lasciare in tutti una traccia Dio, specie in chi ne ha più bisogno: questa è la forma perfetta dell’amore ed è contemporaneamente l’espressione più bella dell’apostolato. È evidente che il modo più concreto per amare Dio, quindi per attuare il piano della santità, è l’amore per il prossimo".
Servo di Dio Guglielmo Giaquinta
Natale
Vorrei ripagarti, Signore,
dell’amore mancato.
Nascesti in una stalla abbandonata
perché non vollero riceverti.
E fu l’inizio
d’un questuare silenzioso
di anime che ti accogliessero.
È Natale
e torni ancora, Signore,
a mendicare il nostro amore.
Vogliamo accoglierti, piccolo bimbo,
ma tu trasforma il nostro freddo cuore
da stalla povera
in caldo ambiente degno del tuo dono.
(Guglielmo Giaquinta)
Non abituiamoci mai a questo Vangelo perché c'è una chiamata e un Si' che cambiano la storia. Non abituiamoci al Natale ma rallegriamoci perché Dio attraverso il grembo di una donna abita il mondo e ciascuno può sperimentare e dire _il Signore è con me_ Non abituiamoci alla Sua presenza ma andiamo alla ricerca di quella Grazia che solo Lui può donare e che sicuro consegna agli umili. Non abituiamoci ai suoi doni ma chiediamo lo Spirito Santo perché possiamo sempre più comprendere cosa significa Dio con noi. Non abituiamoci al mistero ma lasciamo spazio a Dio che si lascia riconoscere lì dove c'è semplicità, verità, accoglienza delle sue sorprese nella nostra quotidianità. Non abituiamoci ma lasciamo che lo stupore di questo Vangelo ci conquisti. Buon cammino di meraviglia sempre nuova.
Maria Francesca Ragusa
Verso il Cielo, un libro di poesie e preghiere di Maria Francesca Ragusa
La poesia chiede silenzio.
Essa va contemplata e lasciata risuonare nel profondo del cuore. Se la poesia è anche preghiera, essa diventa una scala verso il cielo, ma anche uno sguardo d’amore che abbraccia la terra. La poesia coglie la bellezza nascosta in ogni frammento di tenerezza, in ogni sentimento, nell’umile vivere e sperare che i gesti esprimono. La poesia che è preghiera si fa voce ed espressione di un oltre celato nel presente e reso visibile dalla forza dell’amore.
"Mi prendo cura di te"
dice Dio alle sue creature.
"Sei prezioso ai miei occhi"
sussurra nei cuori.
Venne fra la sua gente...
Amore donato, amore inarrestabile, unico: nessuno ha un amore più grande.
Viene nel mondo la luce vera:
luce che illumina e da' vita.
Il Verbo si fa carne...
viene ad abitare in mezzo a noi.
È natale
Il nostro cuore, la Sua casa.
Il Suo cuore, la nostra pace. la nostra eternità.
Maria Francesca Ragusa
Pochi sanno che proprio all’orientamento del Concilio sul tema della santità contribuì anche mons. Guglielmo Giaquinta. Se in modo determinante o meno, è difficile dire: certo, il tema della santità era il cuore del Movimento Pro Sanctitate, che già andava prendendo forma durante gli anni Quaranta, quando, giovane prete, era a Santa Maria dei Monti.
Felice convergenza, dunque, tra il cammino di discernimento dell’intero episcopato, riunito in concilio in ascolto dello Spirito, e l’intuizione carismatica di un prete del clero romano che aveva fondato un’Opera per animare dal di dentro la vita del Popolo di Dio nella logica della universale vocazione alla santità.
A ben vedere, si tratta di un segno dell’azione dello Spirito, il quale guida la Chiesa nella storia e la orienta nella medesima direzione, che si tratti di un atto di discernimento collegiale o di una semplice mozione interiore, capace di illuminare e motivare la vita e l’apostolato di un uomo di Dio e di quanti si andavano raccogliendo intorno a lui. «Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione» (1Ts 4,3), è la frase scelta da mons. Giaquinta per l’inizio del suo ministero sacerdotale, che animerà la sua opera di pastore, ma anche di fondatore
[dalla prefazione di don Dario Vitali]
Una biografia che "ci invita a ripercorrere i passi dell’uomo di Dio Guglielmo Giaquinta, che ha vissuto una buona parte del XX secolo mosso da un unico grande ideale, quello della santità, e proteso verso di esso quale faro luminoso per la sua esistenza e la sua donazione. Di qui il titolo evocativo Una vita di luce."
Maria Luisa Pugliese, Postulatrice
Vieni Spirito Santo,
vieni nei nostri cuori
e donaci la capacità di uscire
da noi stessi
per andare incontro agli altri
con le loro gioie e fatiche.
Facci annunciare il Vangelo
con la gioia di chi
ha incontrato Cristo Gesù.
Insegnaci a non scappare
ma abitare
i luoghi e le situazioni
in cui tu ci poni
come luce di speranza
e di conforto.
Educaci con i tuoi gesti e la tua Parola
per poter anche noi educare,
trarre il bene e il bello
dai fratelli tuoi amati.
Donaci di diventare
contemplatori di Gesù
per lasciarci trasfigurare
e diventare familiari di Dio,
collaboratori della sua opera,
innamorati della vita
e del Cielo,
della salvezza
e della resurrezione.
Maria Francesca Ragusa
TRASFIGURARE
desiderio del cuore
ricerca di luce
la terra non basta
cammino verso il cielo.
TRASFIGURARE
incontro dell' Amore con l' amato da sempre
immagine riflessa
consegna di senso, di stupore
la vita ha un'altra direzione.
TRASFIGURARE
dal limite il dono
dalle ferite l'offerta
dal dolore la salvezza
dalla morte la vita.
TRASFIGURARE
Non facciamo "tre tende"
Usciamo
Annunciamo
Abitiamo
Educhiamo
un mondo
che senza saperlo
attende la bellezza e lo splendore.
Maria Francesca Ragusa
Educare
Camminare verso l'altro
unico, irripetibile
portatore di doni
da scoprire insieme
e gettare come stelle
nella notte più scura.
Educare
Camminare accanto all'altro
tesoro prezioso
custodito
da esperienze e storia
amicizia e futuro
alba di speranza e di avventura.
Educare
Camminare dentro l'altro
tra il già e il non ancora
di una creatura immersa
nel ritmo del tempo
che scandisce
gioie e ferite
amori e delusioni
verso un tramonto
senza fine.
Educare
Camminare verso. ..
Camminare accanto...
Camminare dentro l'Infinito che abita in ogni uomo.
Maria Francesca Ragusa
ABITARE
Nel cuore di chi nel cuore non fa entrare nessuno.
Nelle periferie di un' umanità dimenticata.
Nelle città rumorose...abbondanti di solitudine.
Abbattendo muri
Costruendo ponti.
Abitare
dove nessuno vuole stare.
Dove la povertà regala sorrisi e non solo cattivi odori.
Dove la tristezza ricorda il Calvario ma attende la gioia.
Dove la vita si colora di nero ma mendica risurrezione.
Abitare
amando
Pregando
Sperando
Lavorando
Abitare per imitare Colui che venne ad abitare in mezzo a noi.
Maria Francesca Ragusa
ANNUNCIARE
Parola accolta e amata
pulsione
che invade il cuore
di grazia
di senso di stupore
desiderio di urlare
che Gesù è risorto
e con Lui le nostre vite
guarite da errori
per sempre perdonati.
Parola meditata e donata
con gesti che dicono
"Avrò cura di te"
e con mani
impastate di umanità
colorare di speranza
il mondo vicino, prossimo a noi.
Maria Francesca Ragusa
Uscire
andare oltre
dilatare il cuore
aprire le mani a una carezza
a un sogno di fraternità.
Uscire
andare oltre
incontrare sguardi
e cercare l'infinito
scoprire un' umanità ferita
in attesa di un abbraccio
di un'accoglienza che sa di eternità.
Maria Francesca Ragusa
Il matrimonio costituisce in se stesso un Vangelo, una Buona Notizia per il mondo di oggi, in particolare per il mondo scristianizzato. L’unione dell’uomo e della donna, il loro diventare «un’unica carne» nella carità, nell’amore fecondo e indissolubile, è segno che parla di Dio con forza, con una eloquenza che ai nostri giorni è diventata maggiore, perché purtroppo, per diverse cause, il matrimonio, proprio nelle regioni di antica evangelizzazione, sta attraversando una crisi profonda. E non è un caso. Il matrimonio è legato alla fede, non in senso generico.
La storia di Enrico e di Chiara è la storia di un matrimonio, perché questa è stata la via per la quale il Signore ha realizzato la santità di Chiara, non ci poteva essere Chiara senza Enrico e non ci può essere Enrico senza Chiara.
Il matrimonio è più del vostro amore reciproco. Ha maggiore dignità e maggiore potere. Finché siete solo voi ad amarvi, il vostro sguardo si limita nel riquadro isolato della vostra coppia. Entrando nel matrimonio, siete invece un anello della catena di generazioni che Dio fa andare e venire e chiama al suo regno.
Nel vostro sentimento godete solo il cielo privato della vostra felicità. Nel matrimonio, invece, venite collocati attivamente nel mondo, e ne diventate responsabili.
Il sentimento del vostro amore appartiene a voi soli. Il matrimonio, invece, è un'investitura, un ufficio.
Per fare un re non basta che lui ne abbia voglia, occorre che gli riconoscano l'incarico di regnare. Così non è la voglia di amarvi che vi stabilisce come strumento della vita. E' il Matrimonio che ve ne rende atti. Non è il vostro amore che sostiene il matrimonio: è il matrimonio che, d'ora in poi, porta sulle spalle il vostro amore.
“La santità proviene dall’amore redentivo di Cristo, da quel suo desiderio di portare tutti al Padre. In tutta la sua vita Guglielmo Giaquinta ha avvertito l’urgenza di annunciare al mondo che
l’amore di Dio sana e salva. Un amore totale, oblativo che guarisce le ferite dell’anima, ridona la gioia del vivere ed apre le porte all’unione eterna con Lui: non c’è un amore più grande di
questo, «dare la vita per i propri amici» (Gv 15, 13)”. (dalla presentazione di F. Asti)
L’amore redentivo è il cuore della spiritualità del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta (1914-1994) fondatore della famiglia Pro Sanctitate. Il testo ne esplora gli scritti per scoprire l’amore redentivo come la sottile trama che percorre la sua vita di “apostolo della santità”. Attraverso la sua esperienza spirituale, la sua testimonianza di vita, la sua opera di fondatore, egli consegna alla Chiesa del terzo millennio la certezza che Dio-Amore ama l’uomo infinitamente e gratuitamente, Gesù Cristo sulla croce lo ha reso visibile in tutta la sua grandezza, l’uomo è chiamato ad accogliere un così grande dono con il massimo del suo amore in una vita trasformata dalla presenza di Dio.
Cristina Parasiliti Caprino, laica consacrata dell’Istituto Secolare delle Oblate Apostoliche, opera attivamente nel Movimento Pro Sanctitate. Ha compiuto gli studi di teologia presso lo Studio Teologico San Paolo di Catania e il Pontificio Istituto di Spiritualità del Teresianum a Roma, dove ha conseguito il dottorato in teologia spirituale. Nei suoi studi ha approfondito la figura e la spiritualità del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta. Collabora con la rivista “Aggancio” e si occupa di formazione nel Movimento Pro Sanctitate. Insegna religione cattolica presso un istituto di istruzione superiore in provincia di Brescia.
L’immagine di copertina:
Kelmily, 1971, particolare; terracotta policroma. L’opera, conservata presso la sede di Largo Arbe, 5 a Roma dell’Istituto Secolare delle Oblate Apostoliche, ha assunto un particolare significato in relazione alla figura e alla spiritualità del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta, che l’ha intitolata “Il Cristo del sorriso”: come esprime nella omonima preghiera, il Cristo morente sorride perché la sua morte porta a compimento la redenzione, pienezza dell’amore di Dio.