Alcune pagine del Vangelo di Luca ci accompagnano a vivere
con intensità questi ultimi mesi dell'anno della misericordia.
L'anno giubilare si chiude, ma rimane spalancata la porta del cuore di Dio
che attende, abbraccia, perdona, e dona nuova vita.
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Lc 13,10-17
L’Evangelista Luca ci presenta un Gesù in cammino, “con la ferma decisione di salire a Gerusalemme”. A Gerusalemme cosa sperimentiamo: la Misericordia dei fatti, non solo quella delle parole. Una misericordia che è scritta con il sangue nel cuore di ciascuno di noi.Ma cosa abbiamo imparato in quest’anno del Giubileo della misericordia? Quali sono i gesti di misericordia che abbiamo fatto? Come il Vangelo ha preso vita in noi?
Lc 9, 10 - 17
Al loro ritorno, gli apostoli raccontarono a Gesù tutto quello che avevano fatto...
Ci ritroviamo a riflettere dinanzi a un Vangelo che ha dei verbi bellissimi. Uno è raccontare: gli apostoli dopo aver annunciato e guarito vogliono raccontare al Maestro quello che hanno detto e fatto, come sono andate le cose.
Il raccontare è una bella cosa, parla di condivisione di esperienze, il raccontare vuol dire avere una persona che ti ascolta, che ti dà del tempo, a cui interessa la tua vita. Il raccontare è di chi si sente amato, accolto.
Lc 7,36-50
Questo passo del Vangelo presenta Gesù che è venuto per tutti e per tutti ha una parola di luce che rimette in cammino, dà vita nuova, futuro.
In questo Vangelo ci sono persone: il fariseo, Gesù, la peccatrice e i commensali.
Ci sono cose: la casa, la tavola, il vaso pieno di profumo.
Ci sono gesti e sentimenti positivi come il pentimento e il perdono ma anche negativi come il giudizio.
Siamo chiamati ad avere la stessa curiosità del cieco: “che cosa accade?” - Passa Gesù - . Il cieco è in una situazione brutta: ha una condizione di povertà, di fragilità fisica, è immobile, è in una condizione di staticità. Tutti camminano, corrono e lui è fermo, seduto che mendica…. Dà fastidio!! E’ in una condizione di solitudine. Al cieco manca la salute, manca l’autonomia economica. Non ci vede! Abbiamo mai provato a non vedere per cinque minuti? E’ fastidioso, ci confondiamo, non sappiamo dove siamo, siamo disorientati.
Lc 18,9-14
Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano...
Il versetto che precede questa famosa parabola evangelica, porta con se una domanda che mette tristezza al cuore: “Quando il Figlio dell’uomo verrà sulla terra troverà ancora fede”? Perché la fede è una cosa seria, significa fidarsi di Dio, affidarsi a Lui, confidare in Lui. Fede è vivere tutto alla Sua presenza, è seguirlo!
Lc 5,17-26
Il passo del Vangelo Luca è preceduto da un’immagine bellissima di Gesù che si ripete sempre e sempre assume colori ricchi di amore, dialogo, complicità, unione. Gesù, dopo che insegna, incontra le persone, guarisce, “si ritira in luoghi deserti e prega”. Rimetteva tutto nelle mani del Padre, il dialogo di Gesù con il Padre commuove, sta con Lui e sicuramente da intercessore consegnava al Padre le persone, i volti, le situazioni, i guariti, i cuori duri: “Abbiamo un grande intercessore presso il Padre” ci comunica la lettera agli Ebrei.
Gesù lo incontriamo nelle sinagoghe, nelle piazze,ma anche nelle case. Non ha luoghi privilegiati Gesù ma dove c’è l’uomo c’è Lui.
Lc 5,1-11
Nel Vangelo di Luca il nostro Gesù non sta mai fermo: Nazareth, Cafarnao e adesso sul lago di Gennesareth. In questo cammino Gesù è sempre in compagnia del Padre che prega nelle ore della notte il quale lo manda e lo sostiene. Il capitolo 4 si conclude con queste parole: “E’ necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio alle altre città: per questo sono stato mandato”.
Lc 4,31-34
Gesù, come ciascuno di noi, ha vissuto momenti belli e altri meno, ha gustato la tenerezza di sua madre, la fermezza del padre, l’amicizia con
Giovanni, Lazzaro..., ma nel suo camminare ha avuto anche tante situazioni difficili: quanta incomprensione e quanta solitudine. Gesù, come è tipico del Vangelo di Luca, si sposta da una città
all’altra, e ad un certo punto, dopo essere stato a Nazareth, arriva a Cafarnao e il Vangelo ci informa che questo è “il luogo dove è cresciuto….” quanto è umano il nostro Dio.
Lc 10, 17-24
Basterebbe fermarsi a riflettere sui 72 discepoli. All’inizio del capito 10 Gesù designa 72 discepoli e” li invia a due a due davanti a se in ogni città e luogo dove stava per recarsi”. Quindi i 72 sono discepoli chiamati e inviati come precursori di Gesù per una missione vicina, non lontana, nei villaggi e città vicine.