A un mese di distanza dalla presentazione dell’Esortazione apostolica Amoris Laetitia, abbiamo intervistato Daniela e Marco Nevi, sposati da 24 anni. Daniela e Marco hanno due figli (Edoardo e Lorenzo), rispettivamente di 20 e 15 anni; sono membri dell'équipe diocesana di Pastorale Vocazionale e dell’équipe di Pastorale Familiare della diocesi di Viterbo; collaborano con il consultorio familiare e sono impegnati nella catechesi in preparazione al Battesimo e Cresima.
Hanno accettato di parlarci della loro esperienza familiare alla luce dell’Esortazione apostolica.
Sono da poco passate la 12 del 31 marzo quando la sala stampa vaticana batte la notizia.
Amoris Laetitia: questo sarà il titolo dell'attesissima esortazione apostolica che Papa Francesco donerà al mondo come frutto delle due sessioni sinodali sul tema della famiglia, svoltesi nel 2014 e nel 2015.
Pare che il testo porti la data del 19 marzo, Festa di San Giuseppe, ma sarà diffuso solo il prossimo 8 aprile alle ore 12, dopo la conferenza stampa di presentazione. Sino ad allora il documento è sotto embargo assoluto, recita il comunicato ufficiale.
Si apre oggi l’ultima settimana dei lavori del Sinodo dei Vescovi sulla famiglia. In questi primi 15 giorni di assise gli ingranaggi mass-mediatici hanno girato senza tregua, alternando dichiarazioni e smentite, fughe di notizie e precisazioni, interviste e dichiarazioni e ci hanno restituito un racconto forse un po’ parziale di un evento che è molto più di un dibattito o di un confronto fra diverse posizioni.
Una Chiesa che è famiglia, in cui l'altro è sempre considerato un dono e mai un 'peso', che insegna e difende i valori fondamentali: questa la Chiesa secondo Francesco. Iniziano così i lavori del XIV Sinodo generale ordinario sulla famiglia, tra attese e speranze, desiderio di crescere e confrontarsi con le nuove 'sfide' della famiglia nella società contemporanea.
Ogni famiglia, è sempre una luce, per quanto fioca, nel buio del mondo. Queste parole che Papa Francesco ha pronunciato dal sagrato di Piazza San Pietro, fanno brillare di luce speciale le migliaia di lumi accesi sabato 3 ottobre, alla vigilia della apertura del Sinodo dei Vescovi.
Hanno pregato in tanti, tantissimi, nelle piazze, nella chiese, nelle case… hanno pregato i singoli, le comunità, ma soprattutto hanno pregato le famiglie, nella verità delle loro gioie e dei loro dolori, delle speranze e delle inquietudini, dei traguardi e delle fatiche.
La famiglia è il simbolo vivo del progetto d’amore che un giorno il Padre ha sognato. Voler formare una famiglia è avere il coraggio di far parte del sogno di Dio, il coraggio di sognare con Lui, il coraggio di costruire con Lui, il coraggio di giocarci con Lui questa storia, di costruire un mondo dove nessuno si senta solo, dove nessuno si senta superfluo o senza un posto.
Queste parole che Papa Francesco ha rivolto da Philadelphia a tutte le famiglie del mondo, ci accompagnano in questo tempo ormai breve che ci separa dall’apertura del Sinodo.
Siamo più preoccupati di piantare fiori, che di togliere erbacce.
Siamo più preoccupati di gareggiare nello stimarci a vicenda, che di sottolineare le differenze fra noi.
Siamo preoccupati di far vedere la bellezza della famiglia, dicendo che il legame matrimoniale è una cosa seria e che lo è per tutti, non solo per i credenti.
Siamo preoccupati di curare in ogni modo l’arricchimento reciproco dell’uomo e della donna.